Stando alle dichiarazioni rilasciate da Hoest, questo avrebbe dovuto essere l’ultimo album della creatura Taake, pare invece che si tratti soltanto dell’ultimo capitolo della trilogia iniziata nel 1999 col masterpiece “Nattestid Ser Porten Vid” e proseguita nel 2002 col superbo “Over Bjoergvin Graater Himmerik”; Taake continuerà dunque a vivere non appena il suo leader indiscusso avrà risolto i suoi problemi con la giustizia che lo tengono per il momento forzatamente lontano dalle scene. “Hordaland Doedskvad”, che si avvale della partecipazione di personaggi come Nattefrost, Nordavind e Taipan, prosegue degnamente il discorso iniziato dai suoi illustri predecessori, sebbene in quest’opera la vena vagamente “sperimentale” presente in “…Bjoergvin…” venga del tutto abbandonata a favore di un approccio decisamente classico, ispirato ai consueti canoni del true norvegian black metal, freddo e maledetto come nella migliore tradizione nordica. I pezzi, tutti dal minutaggio piuttosto corposo, sono assai articolati al loro interno e presentano numerosi cambi di tempo in perfetto equilibrio tra momenti più atmosferici e violente sfuriate black, con un feeling gelido e lunare che impregna letteralmente ogni nota, addensandosi come una nebbia che trasuda mortifera insinuandosi nelle carni, morbosa e corrutrice. L’elemento thrash ottantiano caratterizza ampiamente il guitar riffing (l’opener è emblematica in questo senso) per lasciare tuttavia spazio a diversi passaggi melodici intrisi di tristezza ed angoscia o ancora a stacchi cadenzati e marziali colmi di disperazione e malinconia. “…Doedskvad” è un album tutt’altro che monolitico, che fa della varietà all’interno della coerenza la propria arma vincente, permettendo ai Taake di riuscire là dove quasi tutte le band oggigiorno falliscono, ovvero realizzare qualcosa di nuovo nell’ossequio della Tradizione, rispettare le regole non scritte del black metal dando vita ad un lavoro personale con spunti di autentica genialità, tanto da poter parlare senza mezzi termini di capolavoro. La nera fiamma vive: anti human, anti life!
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