Correva l’anno 1995 e il Conte Orlok partoriva il suo terzo lavoro sulla lunga distanza, album oramai fuori stampa, ma che ogni fedele fan della band dovrebbe assolutamente possedere. E’ difficile scrivere qualcosa che non sia già stata scritta; come ogni singola opera firmata Countess, anche questo “Ad Majorem Sathanae Gloriam” conserva il trademark davvero unico e inimitabile che contraddistingue la band olandese, e che mai cambierà nel corso di ben quindici anni di onorata attività. Quasi cinquanta minuti di “Orthodox Black Metal”, per riportare la frase che campeggia nel booklet, dediti alla celebrazione del culto di Satana, un inno alle forze malvagie che si celano nell’oscurità. Questo vecchio e prezioso capitolo dei Countess appare per certi versi meno uniforme e con maggiori spunti rispetto alle ultimissime uscite, di buon livello sì, ma che hanno comunque raggiunto una inevitabile fase di stallo. Immancabili gli acuti assoli di chitarra e le ritmiche cadenzate, così come le vocals lancinanti, ma ancora prive degli effetti che le caratterizzaranno negli album successivi. Ottimo il feeling “old” che traspare, e dai pezzi, sostenuti da una produzione tutt’altro che pomposa, e dall’artwork, minimale al punto giusto. Musica e atmosfera d’altri tempi, concepiti e realizzati con una naturalezza e convinzione che da lì a poco avrebbero lasciato il posto alle pagliacciate che hanno espropriato il Black Metal della sua vera essenza. Insomma, se avete nostalgia del passato l’ascolto è d’obbligo. “…I am eternal hatred…I am fire and ice…I have thousand of names…I only laugh at your puny cries…”.
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