Discreto full lenght di debutto per questa band spagnola, pubblicato dalla connazionale Black Seed Production, che vede tra le sue fila Asath Lug Beelzeb già membro degli Shroud e Phaul Bokrug dei Primigenium. È un dato di fatto che la Spagna non ha finora offerto gruppi particolarmente validi in ambito black metal e, a dirla tutta, neppure questi Beelzeb fanno eccezione. La proposta musicale di questa giovane band è definibile come un black piuttosto stereotipato, con dei riffs anche piacevoli ed azzeccati, ma niente di eccezionale. In realtà il gruppo cerca anche di osare qualcosa in più inserendo qua e là nelle composizioni qualche arpeggio melodico o degli inserti di sinth che, più che dare alle songs un tocco sinfonico, risultano soltanto bizzarri e disturbanti. Decisamente più riuscita la ricerca a livello di vocals. Infatti al classico screaming si affiancano voci pulite e recitate veramente da brivido, con l’aggiunta anche di “cori” femminili che donano respiro ed atmosfera al mood altrimenti malato e claustrofobico dell’album, come nella buona “Black Bottomless Lakelet”. Tuttavia queste velleità che potremmo definire sperimentali, un po’ alla Ved Buens Ende se vogliamo scomodare un nome importante, non sono eccessivamente spinte, limitandosi a parti abbastanza circoscritte e quasi sovrapposte forzosamente alla struttura generale dei brani. I Beelzeb danno invece il meglio di sé nelle parti più canoniche, caratterizzate da un guitar work che, se non è il massimo dell’originalità, non si fa comunque disprezzare, come ad esempio nella title track, forse l’episodio più riuscito del lotto. Abbastanza scontata ma comunque accattivante la lenta “Taciturn”, che con i suoi ritmi cadenzati ed ipnotici riesce a trasmettere un feeling oscuro e morboso. Assolutamente inutile invece l’outro “Out Of Sorts”. Per la verità il gruppo è anche apprezzabile per lo sforzo profuso ma anche quando il riffing è decoroso non sembra mai avere la giusta forza e personalità per imprimersi a fuoco nella mente dell’ascoltatore. In definitiva una band ancora priva di una propria identità, indispensabile per emergere dal sottobosco underground. La penisola iberica sta ancora cercando gli eredi di quelli che furono i grandiosi Moonspell del mini d’esordio e del debut, ma per ora riesce a produrre solo bands di gregari, potenzialmente interessanti ma nulla più. Attendiamo fiduciosi. Un’ultima annotazione per la copertina: decisamente ridicola! Per quanto mi riguarda fa guadagnare mezzo punto alla band.
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