Sesta fatica per il combo tedesco, vissuto da sempre nella penombra nonostante le buone doti compositive maturate nel corso dei suoi sette anni di attività. I nostri propongono un viking black metal piuttosto ispirato che si snoda attraverso soluzioni strumentali le quali, nella loro semplicità, colpiscono pienamente nel segno. “The Damned” è un lavoro che certamente si rifà alle composizioni dei Bathory di “Hammerheart” e “Twilight Of The Gods”, o ai Graveland più recenti, riuscendo comunque a conservare una sua identità. L’opener “Teutates Warcult” rappresenta a mio avviso l’episodio meglio riuscito del lotto, con i suoi cori in sottofondo e con un guitar riffing nostalgico capace di ricreare un tappeto sonoro epico e imponente, escludendo l’uso delle famigerate tastiere. La struttura dei pezzi viene mantenuta costante pressoché per tutta la durata dell’album, in special modo per quanto riguarda le partiture di batteria, cadenzate e monolitiche. Il sound non è cristallino come ci si potrebbe aspettare da un lavoro di recente produzione che abbraccia un genere come il viking, al contrario è grezzo e impastato, conferendo all’opera un tocco “old” che non dispiace affatto. Alle tracce più epiche e suggestive, si alternano pezzi più tipicamente black, che mi hanno vagamente ricordato i primi Emperor, come “Guilty” o “The Devils Kiss”, contribuendo in tal modo a mantenere sempre costante la soglia dell’attenzione. Molto interessante il concept ispirato alla persecuzione delle streghe, rivelato dai titoli e dall’artwork . “The Damned” è la dimostrazione di come si possa produrre della buona musica anche senza utilizzare chissà quali mezzi e strumentazioni, pregio che ho potuto constatare anche in sede live, in cui il duo non si è avvalso di nessun session, proponendo i pezzi con solo chitarra, vocals e batteria, dando prova di una buona esibizione. Forse questo lavoro scontenterà i palati più fini, ma per tutti gli altri l’ascolto è sicuramente consigliato.
