I Negator sono un gruppo tedesco fondato nel 2003 e “Old black”, loro album d’esordio, è stato registrato nell’Agosto dello stesso anno. Quello che ci viene proposto, come si evince facilmente dal titolo dell’album, è un Black Metal particolarmente debitore alla scena scandinava dei primi anni ’90. Viene fatta qualche sporadica eccezione stilistica, ad esempio in “Der Infanterist” possiamo notare come le prime note siano direttamente riconducibili al Death. La registrazione esalta un riffing minimale e gelido ma comunque molto pulito, il suono della batteria è ottimo. In pratica è come se prendete uno dei primi dischi dei DarkThrone ma con il suono moderno, questa scelta potrebbe piacere o meno a seconda dei gusti personali. L’andamento del disco è sempre tirato e martellante, con le chitarre che stendono un tappeto sonoro che evoca le tipiche melodie del Black Norvegese unite alla furia cieca di un drumming preciso e letale. “Katharsis” è una delle canzoni più belle, semplicissima, ma con quell’atmosfera dissacrante, riesce a mostrarsi come una perla che brilla di luce propria all’interno della composizione generale. Poco importa se adesso risulta evidente e quasi imbarazzante la somiglianza con i DarkThrone. La musica scorre veloce, se non ci fosse stata l’ultima traccia della durata di 11 minuti l’album sarebbe finito in meno di mezz’ora. Proprio “Renegation” è la traccia che più di tutte presenta arpeggi e parti cadenzate per spezzare la cavalcata verso la fine del disco. In conclusione devo dire che ascoltare la musica proposta da questi Negator mi ha colpito favorevolmente, sicuramente sono musicisti consapevoli dei loro mezzi e sinceri nel riproporre un suono che ormai si va contaminando e perdendo sempre maggiormente. Un album che supera la sufficienza e che consiglio a tutti. Ricordate però che il titolo potrebbe trarre in inganno, non aspettatevi un suono old che trapela odio e malvagità bensì una registrazione tipicamente svedese, aggressiva e diretta. Dovrebbe essere in procinto di uscita il loro nuovo lavoro, “Die Eisernen Verse”, intanto gustiamoci questo “Old Black”. Spirito vecchio, suono odierno.
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