Névoa – Re Un

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Come diversi altri gruppi di recente distribuiti dalla nostrana e sempre molto attiva Avantgarde Music (cito tra gli altri Ashbringer, Echoes Of The Moon, Astral Path e Mesarthim), anche i Névoa (in portoghese “nebbia”) sono dediti ad un black metal dalle tinte atmosferiche, declinato con una sufficiente dose di personalità – nonostante siano evidenti i loro modelli di riferimento – in questo “Re Un”, seconda fatica sulla lunga distanza che segue l’esordio “The Absence Of Void” pubblicato nel 2015. I nostri – un duo formato dai polistrumentisti João Freire e Nuno Craveiro – esplorano i vasti ed indistinti territori “post black” (qualunque sia il significato che si voglia attribuire a questa definizione) e, pur mantenendo un riffing in buona parte serrato e veloce, sostituiscono al classico sound gelido e sferzante tipico del metallo nero nella sua forma più pura, un piglio decisamente più contemplativo e malinconico, sulla scia di quanto già proposto nel passato più o meno recente da acts quali Deafheaven, Woods Of Desolation, Enisum o primi Alcest. I Névoa sono in grado di costruire buone melodie e piazzano soventi squarci meditativi, a tratti dal sapore quasi folk: queste sono le principali frecce all’arco di un lavoro che, sotto il profilo concettuale, sembra basato sul rapporto tra uomo e natura e sulle suggestioni che esso crea. Chi non è troppo legato alle sonorità più “grim and frostbitten” potrà trovare in questa manciata di brani qualche spunto di interesse: “Re Un” mette infatti in evidenza discrete potenzialità che potrebbero consentire ai Névoa di essere qualcosa di più che dei semplici imitatori. Comunque un ascolto è consigliato.