“Selvmord”, ovvero suicidio, un titolo che è tutto un programma e ci invita senza mezzi termini ad abbandonare le nostre anime alla morte, a lasciare questo mondo consegnando le nostre carni all’agognato oblio dell’unica certezza che abbiamo fin dalla nascita. Disco d’esordio di Vond, side project di Mortiis, che si differenzia dagli altri progetti paralleli del nostro (Fata Morgana, Cintecele Diavolui), così come da quello principale, per un approccio nient’affatto favoloso e immaginifico ma decisamente più oscuro ed opprimente, volto a provocare nell’ascoltatore emozioni negative e, se possibile, a condurlo nella vasca da bagno con un bel coltello affilato in mano. Dark ambient puro e insinuante, un po’ sulla scia dei Raison D’Etre e di progetti simili, è quello che ci propone questo lavoro, senza contaminazioni di sorta, con il dichiarato intento di fare male. Pare che l’album sia stato scritto dal buon Mortiis in un periodo particolarmente difficile della sua vita e in effetti da ogni singola linea di synth si percepiscono chiaramente dolore, rabbia, frustrazione, malinconia, come forse in nessun disco depressive che mi sia capitato di ascoltare. I pezzi scorrono su un percorso nero che porta dritto all’autodistruzione, tra intrecci di tastiere ora minacciosi e ora leggermente più epici, sempre ossessivi, strutturando la colonna sonora introspettiva e dolente degli ultimi istanti di vita di chi ha deciso di farla finita. Inutile citare un pezzo a discapito di un altro perché tutti rappresentano i tasselli di un unicum sonoro senza soluzione di continuità: una menzione particolare va però concessa alla conclusiva “Slipp Sorgen Los”, canzone davvero raggelante nella sua ripetitiva semplicità, specialmente se vi trovate ad ascoltarla in uno stato d’animo particolarmente ricettivo. Pubblicato in un periodo nel quale questo genere di sonorità conservava ancora un’indubbia valenza sperimentale ed un piglio avanguardistico, “Selvmord” è un disco impossibile da descrivere a parole e che va ascoltato con la pancia, lasciandosi trasportare completamente dalle sensazioni evocate dalla musica, così cariche di sofferenza e autentica disperazione: from womb to the tomb, is the story of our life.
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