Seconda prova sulla lunga distanza per gli statunitensi Nachtmystium, pubblicata a ridosso dell’inascoltabile (a causa della scarsissima qualità della registrazione) raccolta di demo “The First Attacks 2000 – 2001” e a due anni di distanza dal debutto “Reign Of The Malicious”. La band di Azentrius, dalla quale sono transitati in pratica tutti i personaggi più in vista della scena underground d’oltreoceano, si discosta abbastanza nettamente da quanto prodotto in passato per approdare ad un sound che riesce a rileggere in modo personale e convincente la lezione dei maestri norvegesi dei primi anni novanta, con un tocco estremamente emotivo tendente al depressive. La prima caratteristica positiva di quest’album è la produzione: secca, grezza, corrotta ma nient’affatto confusionaria, in grado di esaltare e sottolineare alla perfezione la malignità che trasuda dai solchi di questo lavoro. L’opener “Solitary Voyage” ci introduce in un mondo infernale popolato da incubi senza fine con le sue sonorità putride e malsane, tutte giocate su ritmi mai troppo esasperati che privilegiano l’atmosfera rispetto all’assalto frontale fine a sé stesso, a metà strada tra i Darkthrone più cadenzati di “Panzerfaust” ed il Burzum di metà carriera. Le altre songs si muovono sostanzialmente sui medesimi binari stilistico compositivi, attestandosi su standard qualitativi decisamente alti, salvo qualche rara caduta di tono come nella non eccelsa “Scorpio Incarnate”, troppo scontata e di maniera. “Ashes To Ashes” e soprattutto la successiva “The Glorious Moment” fanno riacquistare punti al disco e preparano l’ascoltare al baratro di disperazione e dolore che risponde al nome di “Rise And Fall”, una vera calvalcata nell’abisso, lenta ed angosciante, ipnotica e cantilenante, caratterizzata da vocals lancinanti che sono niente più che un lamento continuo di morte. In definitiva un album valido, suonato con passione ed attitudine, sobrio ma efficace, che testimonia una volta ancora l’ottimo stato di forma del black metal made in U.S.
