Quarta fatica sulla lunga distanza per i Setherial, band che, dopo l’entusiasmante e glaciale debutto “Nord” risalente al 1996, si è assestata sulle tipiche coordinate stilistiche del così detto swedish sound, contribuendo a dare forma e sostanza a questo genere insieme a gruppi del calibro di Dark Funeral, Blot Mine e Naglfar e sfornando nel corso degli anni ottimi platter quali “Lords Of The Nightrealms” e “Hell Eternal”. Devo immediatamente chiarire che questo “Endtime Divine”, pur dotato di grande impatto e di una forza d’urto a dir poco devastante, non arriva a toccare gli apici compositivi dei suoi illustri predecessori. Il riffing, graffiante e tagliente come si conviene, è molto influenzato dagli ultimi lavori dei citati Naglfar, forse a causa della militanza, a quel tempo, di Kristoffer Olivius in entrambe le band, ma denota diversi momenti di stanca, cui supplisce solo in parte la consueta produzione targata Abyss Studios, potentissima e cristallina. La sezione ritmica è tellurica e furiosa, le vocals laceranti e rauche, il feeling violento e infernale senza risultare mai confusionario. Insomma tutto come da copione ma anche tutto estremamente prevedibile e, a conti fatti, scontato e piuttosto piatto. A parte l’opener e, a tratti, “Subterranean” e la title track, che presentano un guitar work particolarmente ispirato e sulfureo come ai tempi d’oro della band, le altre song si attestano su livelli appena sufficienti, violente ma di maniera, riuscendo a non sprofondare nel baratro della noia soltanto grazie all’esperienza e alla tecnica che comunque non difettano ai nostri. È inevitabile che da un gruppo importante come i Setherial si pretenda sempre il massimo; il quintetto svedese si è invece normalizzato, sfornando un album non disprezzabile ma assolutamente nella media, una sorta di epitome niente più che dignitosa di quel sound che loro stessi avevano in passato contribuito a creare. “Endtime Divine” è consigliato unicamente agli irriducibili maniaci del black made in Sweden, tutti gli altri rivolgano pure le loro attenzioni ai primi, fondamentali lavori del gruppo.
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