Negli ultimi tempi stanno aumentando in quantità i gruppi legati, nelle liriche e più in generale nell’immaginario, all’induismo ed alla filosofia indù (penso ad esempio, tra gli altri, a Via Dolorosa, Hybrid Nightmares e Drought). Al novero appartengono anche gli Infernal Diatribe, che però indiani lo sono davvero (vengono da Calcutta) e sono tra i prime movers assoluti della scena black metal del loro paese, insieme a pochissime altre realtà (oltre agli Heathen Beast, che sono forse quelli relativamente più conosciuti, ci sono Toxoid e Diabolus Arcanium, tutti distribuiti non a caso dalla Trascending Obscurity Distribution). Nella filosofia e religione induista “Videha Mukti” rappresenta la liberazione dopo la morte, concetto legato alla fine del samsara, ovvero del ciclo della rinascita; questo, per sommi capi e senza pretesa di esaustività, è il concept che sta alla base del lavoro. Musicalmente gli Infernal Diatribe si muovono nei territori di un black tradizionale ma ottimamente bilanciato – grazie soprattutto al buon lavoro dei due chitarristi Kalavikrama e Narantaka – tra assalti frontali ed atmosfere più sulfuree ed inquietanti, oltre che costellato da rallentamenti soffocanti ai limiti del doom ed impreziosito da qualche sinistra apertura melodica (si ascolti ad esempio la parte iniziale di “Doomed”, l’episodio più cangiante e meglio riuscito del lotto). Per il feeling che si respira all’ascolto l’etichetta di “occult black metal” non sembra essere per nulla peregrina, così come il paragone con i malaysiani Neftaraka e, per certi versi, con alcune realtà europee di ultima generazione come Ofermod, Ondskapt e Averse Sefira, anche se l’approccio generale sembra essere molto più diretto e molto meno cervellotico. Considerando che questo ep rappresenta l’esordio assoluto per gli Infernal Diatribe e che la loro esperienza è calata in una realtà, quella indiana, ancora sostanzialmente vergine, non si può che restare stupiti dalla maturità compositiva e dalla chiarezza d’intenti dimostrate dai nostri. “Videha Mukti” potrebbe rappresentare un buon trampolino di lancio per far conoscere la musica del gruppo, e più in generale il metal estremo indiano, anche al di fuori dai patri confini. Piacevole sorpresa!
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