Il progetto Kommando nasce nel 2015, per iniziativa di alcuni membri di Endstille e Dysangelium (gruppi certamente noti a chi ha seguito la scena black underground dell’ultimo decennio), con l’intento di produrre musica quanto più possibile distruttiva e ignorante. Ed il risultato è questo lavoro autoprodotto, nel quale il crust/punk più fulmineo e corrosivo viene mescolato con il black metal più marcio e minimale a creare un ibrido mostruoso ed assassino che i nostri ribattezzano “machinegun punk”. Era da tempo che non mi capitava di sentire un inno alla violenza iconoclasta di tale maleducata arroganza: questa manciata di canzoni – tutte di brevissima durata e terribilmente in your face – chiamano in causa maestri di grezzume come primi Impaled Nazarene, Sadistik Exekution e Nattefrost e traggono linfa vitale da quel guazzabuglio estremo che nel corso degli anni ottanta – quando probabilmente non ci si facevano eccessive paranoie sulle distinzioni tra vari generi e sottogeneri – diede origine in pratica a tutti i filoni del metal oggi conosciuti (al netto delle successive evoluzioni): non a caso viene reso doveroso omaggio ai Venom (“Bitching Hour”) che ai tempi erano ascoltati ed apprezzati ugualmente da punk e metallari, come del resto i Motörhead. Disquisizioni storiche e nostalgia a parte, è impossibile rimanere indifferenti di fronte alla molestia sonora ad alto tasso alcolico messa in musica da questi folli tedeschi: l’ascolto qualche reazione ve la procurerà sicuramente, sia essa esaltazione o disgusto. Personalmente ho apprezzato: quando il black metal comincia a diventare troppo raffinato e morbido, ci vuole qualcuno che ponga al centro dell’attenzione caproni e cattivo gusto e suoni roba veloce e carica d’odio senza badare troppo alla registrazione, alla tecnica ed ai formalismi. Benvenuti nella giungla.
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