True Norvegian Black Metal!!! La serba Grom Records ristampa in formato cd le tre demo tape di questo ferale duo proveniente dalla terra dei fiordi, devoto senza compromessi di sorta al nero verbo di Satana e ai dettami del più puro ed incontaminato black metal old school. La band formata da Sorath e Alastor aveva già ben impressionato con il full length di debutto “Into The Burning Pits Of Hell” del 2005; ora abbiamo l’opportunità di scoprire le radici del male che prendono forma musicale in “Pentagram Sacrifice” (tracks da 6 a 10) del 2004, prima incarnazione malefica del gruppo, e nei successivi “Satanic Supremacy” (tracks da 11 a 14), sempre del 2004, e “Crowning The Tyrant” (tracks da 1 a 5) del 2005, con l’aggiunta di due pezzi inediti (tracks 15 e 16). Benché composta da brani registrati in diverse sessioni questa raccolta risulta molto omogenea e compatta tanto da poter essere considerata un vero e proprio album; anche la resa sonora, grezza e gracchiante come ai tempi d’oro, non presenta variazioni significative nell’ambito delle tre differenti releases. Quello che ci si deve aspettare dai Beastcraft non è nient’altro che pure fucking black metal putrido e marcio come non se ne sentiva da tempo, figlio della tradizione norvegese di metà anni novanta: chitarre zanzarose che delineano oscuri riff al fulmicotone intrisi di una sinistra e infernale melodia, sezione ritmica offuscata e nebbiosa e vocals diabolicamente inumane, il tutto pregno di una malignità quasi palpabile che trasuda da ogni singola nota, da ogni singola e malvagia invocazione al Signore delle Tenebre. L’ombra di album quali “Pentagram” e “Antichrist” dei Gorgoroth o “Under A Funeral Moon” e “Transilvanian Hunger” dei Darkthrone o ancora “Bloodstorms Voktes Over Hytrunghas Dunkle Necrotroner” dei Necrofrost aleggia inquietante tra i solchi di questo lavoro, riportandoci alla mente i capolavori del passato; anche i Beastcraft fanno della linearità e dell’immediatezza le loro armi migliori, sbattendosene altamente di ogni tecnicismo e regalandoci autentiche perle colme di attitudine e misantropia. I pezzi sono talvolta sulfurei e immersi nell’atmosfera morbosa del rito (“Burnt At His Altar”), altre volte vomitati con rabbia e disprezzo (“Satanist”, “Energumen” e “Pentagram Sacrifice” sembrano quasi brani dei Venom ma molto più veloci e bastardi), altre ancora classici mid tempo in pieno darkthrone style (“Torn From The Cross”, “Recrucifixion”), sempre e comunque carichi di furia blasfema e primitiva. La registrazione è artigianale e caotica, spesso i pezzi cominciano e finiscono all’improvviso e non avrebbe potuto essere altrimenti. “Dawn Of The Serpent” è un capolavoro di arte nera, un gioiello di morte, la testimonianza di come, anche in un’epoca di decadenza, vi sia chi persevera sulla strada dell’autentica fede. Un disco elitario concepito per cuori neri. Come si diceva un tempo: massimo supporto!!!
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