Erano anni che non ascoltavo con soddisfazione un disco del genere: davvero devastante, aggressivo, morboso e blasfemo, un concentrato di black death metal primitivo e selvaggio nella migliore tradizione di gruppi quali Blasphemy e Beherit. “Total Inversion” è la seconda fatica sulla lunga distanza per gli statunitensi Ibex Throne, band i cui componenti sono molto attivi nella scena underground d’oltreoceano in gruppi quali 88MM Metal Bullets, Lord Beherit, Unholy Desecration, Yaotl Mictlan e altri, dopo l’omonimo debut risalente al 2003. La carica iconoclasta e l’approccio grezzamente satanico dei nostri possono ricordare i fasti dei primi Sarcofago, con riffoni granitici e sulfurei, una sezione ritmica indiavolata, mantenuta sempre su ritmi serratissimi e vocals diaboliche vomitate dal profondo di un’anima nera come la pece. A voler fare ulteriori paragoni si potrebbe dire che il caos primordiale generato dalla musica di questa band si pone a metà strada tra la ferocia degli Abominator e la follia allucinata dei primi Arkhon Infaustus, l’atrocità sonora dei Bestial Warlust e la crudeltà marziale dei Destroyer 666. La produzione è praticamente perfetta per un lavoro di questo tipo, ruvida e sporca al punto giusto ma non tanto da non risultare potente e tellurica. Anche l’artwork è in linea col lavoro e il disegno in copertina rappresenta nel migliore dei modi il contenuto dell’album ovvero un attacco violento e sanguinario alla religione cristiana nel nome della corruzione e del marciume più puri. Gli Ibex Throne si inseriscono quindi nella frangia più intransigente e malefica del metallo estremo americano, mantenendo alto il vessillo di Satana e cavalcando da conquistatori nei vasti territori della brutalità più empia e assassina. In definitiva un album caldamente consigliato a tutti i maniaci delle sonorità sopra descritte, che potranno tranquillamente aggiungere mezzo voto alla valutazione numerica, ma comunque un buon lavoro anche per tutti gli altri
