Capolavoro assoluto! Nonostante questo album risalga soltanto al 2002 può già definirsi a tutti gli effetti un classico. In questo disco infatti Narqath, dopo l’ottima prova offerta con il debutto “Heathen” dell’anno precedente, riesce a dar corpo alla sintesi compiuta e totale tra black metal e folk. Ogni singola traccia è un connubio perfettamente equilibrato tra questi due elementi, magistralmente fusi tra loro in una costante successione tra momenti più tirati e veloci ed altri intrisi di un’atmosfera pagana ed ancestrale intima e potentemente evocativa. Le parti black alternano momenti tradizionalmente Darkthrone oriented dal classico suono ruvido e marcio ad altri che trasudano una triste e salmodiante malinconia, il canto disperato e gelido della Natura incontaminata dell’inverno. Le parti folk ci parlano di antichi riti e leggende, delle imprese degli eroi e della grandezza degli Dei attraverso le note sognanti di una chitarra acustica o i ritmi marziali di un canto di guerra o, ancora, la solennità decadente di un coro vichingo. La parola “folk” nella poetica di Wyrd non deve essere intesa nel senso consueto del termine; nulla a che vedere con le sonorità rese celebri da gruppi quali Enslaved o Falkenbach: “folk” in Wyrd è uno stato d’animo e una weltanschauung prima ancora che uno stile musicale. Infatti quel mood così oscuro e arcaico viene reso senza l’uso di strumenti particolari, in modo estremamente naturale e profondamente black. Dalla cantilenante opener, alla guerresca “Aijeke”, dalla melodica “Pale Forest” alla nostalgica title track, dalla grezza “Misanthrope’s Masterplan” alla tenebrosa “The Harvest Day”, ogni episodio è una gemma di pura bellezza nera, un veicolo emotivo in grado di toccare direttamente le corde più nascoste delle anime elette, lieve come la rugiada sull’erba mattutina, impetuoso come il vento che soffia gelido alla luce della luna. La registrazione è lineare e senza fronzoli, crea un feeling saturo ma non cacofonico, in grado di sottolineare tanto i più feroci assalti black quanto i passaggi più toccanti ed intimisti, esaltando le nascoste, striscianti e sinistre melodie che rendono quest’opera ancora più preziosa e degna di essere considerata alla pari dei masterpieces dei padri fondatori del genere. Una pietra miliare da avere assolutamente.
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