A circa tre anni dalla pubblicazione del precedente “Lacrime Degli Dei” e dopo qualche cambiamento nella line up, tornano sul mercato discografico i piemontesi Movimento D’Avanguardia Ermetico, con questo “Torri Del Silenzio”, loro terza fatica sulla lunga distanza, pubblicata dalla nota e sempre attenta Avantgarde Music. Fin dal primo ascolto l’album si presenta come una rielaborazione, a tratti difficilmente accessibile, dello stile che il gruppo ha mantenuto costante sin dai suoi esordi, ovvero un black metal atmosferico e dilatato, dai ritmi ipnotici e cadenzati e dalle insinuanti melodie. I pezzi, ad eccezione dell’iniziale “La Caduta”, sono tutti oltre i dieci minuti di durata ed il riffing tradisce influenze provenienti in egual misura dal Burzum più sognante e crepuscolare e dalla miglior scuola finlandese. I nostri dimostrano di aver in sostanza ben assimilato la lezione dei classici della prima metà degli anni novanta, che ripropongono con sufficiente personalità e calano in un contesto “italiano”, come già altri hanno saputo fare prima di loro (Spite Extreme Wing in primis). La lingua madre è infatti un elemento di indiscutibile fascino, utilizzata com’è tramite uno screaming espressivo e declamatorio che si alterna a passaggi recitati dal tono solenne e stentoreo. Non vi è nulla di assolutamente originale nella proposta dei Movimento D’Avanguardia Ermetico ma è sicuramente vero che la band suona in modo convincente e colpisce nel segno soprattutto quando lascia libero sfogo al lato più malinconico ed onirico della propria musica, che funge da ottimo contraltare al piglio viscerale ed indomito dei passaggi più feroci e selvaggi. L’apparato lirico a sfondo filosofico (vi invito a leggere i testi contenuti nell’elegante edizione digibook) completa il concept di un’opera che gli autori definiscono ambiziosamente “musica come strumento estatico di conoscenza”. Lo ribadisco a costo di sembrare ripetitivo: “Torri Del Silenzio” non stupisce per la novità dei contenuti musicali e testuali – che sono ben conosciuti ai frequentatori del sottobosco black nostrano – ma dà prova della solidità e della chiarezza d’intenti di un ensemble che in ogni caso si sta ritagliando il proprio spazio nella scena nazionale. Conferma.
