Interessante split cd tra due realtà piuttosto differenti tra loro, accomunate tuttavia dal medesimo approccio oscuro e depressivo alla materia black, intriso di lacerante malinconia e disperazione suicida. Si parte con Xasthur, che propone tre song risalenti rispettivamente al 2002, 1999 e 2001, tutte nel più classico Malefic sound, fatto di suoni impastati e striscianti trasudanti morte ad ogni nota, un riffing fangoso e regressivo, una sezione ritmica appena percettibile, vocals filtrate, lamentose e demoniache, tastiere sulfuree ed ipnotiche che creano un’atmosfera opprimente e angosciante. Chi ama Malefic sa già cosa aspettarsi da questa release: un feeling insopportabilmente pesante, umido come la terra di una tomba scavata di fresco e grave come la neve d’inverno che trasfigura anche la splendida cover di Wigrid “Ort Der Ensamkeit”, una lunga litania di dolore caratterizzata da un chitarrismo penetrante e colmo di tragica tristezza. Buona anche la prova dei teutonici Angra Mainyu, gruppo in pratica esordiente, con alle spalle soltanto un demo “The Art Of Blasphemy” del 2002, il cui monicker è il nome della divinità del male, eterna distruttrice della luce, opposta al benevolo Ahura Mazda, nel Zoroastrismo, religione dell’antica Persia. La band propone un black metal asciutto e scarno, figlio illegittimo della miglior scuola norvegese, carico di un mood maligno e chiaramente debitore dei maestri Darkthrone, specie nei mid tempos e nei passaggi più lenti e cadenzati. Il gruppo non preme mai troppo il piede sull’acceleratore e dà vita ad un sound marcio e corrotto, a tratti influenzato da qualche momento doomeggiante, e davvero efficace nella sua monoliticità grezza e spontanea. In definitiva questo split costituisce un buon lavoro, un’ulteriore conferma delle eccezionali doti di Xasthur ed una bella sorpresa per quanto riguarda gli Angra Mainyu.
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