A.H.P. (acronimo per Against Human Plague) è una one man band polacca, che esordisce alla grande con questo omonimo full length distribuito dalla Via Nocturna, label conterranea molto attiva negli ultimi mesi e sempre attenta nello scovare le più interessanti realtà underground provenienti dal proprio paese. E questa volta la scelta è stata sicuramente felice perchè il progetto del factotum Gulnar (che si avvale della collaborazione di due session al basso e alla batteria) sfodera una prova davvero maiuscola mescolando in un equilibrio chirurgico e letale stilettate black metal ed inquietudini dark ambient. Ciò che colpisce e contribuisce maggiormente all’ottima riuscita del lavoro è il fatto che entrambi i generi prescelti non vengono in alcun modo imbastarditi ma mantengono ciascuno intatte le proprie peculiari caratteristiche, in un’alternanza di approcci musicali alla quale corrisponde un’alternanza emotiva, minimo comun denominatore di un viaggio tra violenza devastante ed atmosfere inquietanti, in egual proporzione. Gli episodi black sono ferocissimi, tanto che gli A.H.P. sotto questo aspetto possono tranquillamente essere assimilati a quella corrente war black metal che vede nei Marduk del periodo mediano ma anche in gruppi come Niden Div. 187, Endstille e Zyklon B i propri indiscussi punti di riferimento. A tanta furia iconoclasta – che solo a tratti si concretizza in momenti più cadenzati ma altrettanto sinistri ed oscuri (è il caso della sulfurea “Drowned”) – fa da perfetto contraltare l’elemento ambient, declinato in passaggi ora più evocativi ora più sintetici (in alcuni casi accompagnati da un cantato filtrato e disumano), sulla scia dei Beherit di “H481ov21.c” o degli indimenticati Neptune Towers. La sintesi tra le due anime del progetto, quella più tradizionale e quella più sperimentale, è la colonna sonora ideale per la distruzione del pianeta e per meditare in solitudine sopra le sue rovine fumanti. Debutto fulminante.
