Il Portogallo si sta rivelando negli ultimi tempi un’invidiabile fucina di nuove band provenienti dagli oscuri meandri dell’underground e dedite a sonorità marcissime e decisamente old style. Peccato che solo in alcuni casi a tale abbondanza si accompagni una qualità musicale tale da far ricredere quanti, come il sottoscritto, nutrono più di una perplessità sul reale valore dell’attuale scena lusitana e iberica in generale. Così ai vari Corpus Christii, Coldness, InThyFlesh si aggiungono questi discreti Flagellum Dei, capitanati all’epoca di questo disco dal singer Nefastus, ora sostituito dall’ex batterista Byleth, e giunti al traguardo del secondo full lenght, pubblicato dalla semisconosciuta Bloody Production in edizione limitata a 999 copie numerate a mano, dopo il debut “Victory Or Tyranny” risalente al 2002. Il black metal dei Nostri è tosto e quadrato, scevro da inutili fronzoli e barocchismi, va dritto al sodo e travolge come un treno in corsa. Le songs sono tutte molto veloci, i riffs si susseguono senza soluzione di continuità ed il songwriting è fortemente debitore di vecchie glorie del passato quali Immortal e Mayhem (quelli di Dead ed Euronymous) peraltro omaggiati anche dalla buona cover di “Funeral Fog”. E allora, direte voi, cosa c’è che non va? Il fatto è che, come spesso capita quando si ha a che fare con bands provenienti dalla penisola iberica, la sensazione generale è quella del già sentito mille volte, della mancanza di personalità, della voglia, anche appassionata ma fine a sé stessa, di rendere omaggio ad un genere musicale e ad una filosofia di vita ma senza quella scintilla, quel fuoco sacro che distingue inesorabilmente un disco così così, magari anche suonato bene, da un grande disco. Alcuni spunti interessanti ci sono anche, come nella discreta doppietta “Antichristian Agression” e “Vomit Of The Goatlord”, ma in definitiva tutto affoga nella noia e nella carenza di idee. Sembra di ascoltare una tribute band dei due gruppi sopra citati: il sound è veramente troppo derivativo per potersi imprimere nella mente dell’ascoltatore. Un disco di cui si può fare tranquillamente a meno. Sono ancora in fiduciosa attesa che dalla Lusitania giunga un combo degno di nota, vecchi Moonspell esclusi ovviamente.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.