Seconda fatica sulla lunga distanza per i romani Eligor dopo il debutto “In Nomine” risalente al 2003. Avevo letto in giro per il web pareri più che lusinghieri su questo album (oltre ad accostamenti con altre band assolutamente fuori luogo) e mi ero creato una certa aspettativa la quale, purtroppo, è stata delusa. Al di là dell’indubbio valore emotivo che questo lavoro, dedicato alla memoria del membro fondatore e tastierista Alessandro Nesci, morto suicida, riveste per i ragazzi della band, personalmente ho trovato “Ante Lucem” piuttosto freddo e superficiale, incapace di lasciare un segno profondo sull’ascoltatore. A parte la discutibile decisione di inserire ben tre pezzi strumentali su un totale di sette, non sono davvero riuscito a capire dove il gruppo, al quale certamente le capacità tecniche non mancano, volesse andare a parare. Soltanto l’iniziale “Ad Nihil”, con il suo feeling sofferente e vagamente doom, sulla scia degli ultimi Forgotten Tomb, mi è parsa compatta ed in grado di trasmettere quella negatività e disperazione che nelle intenzioni dei nostri doveva costituire la cifra essenziale dell’opera. Le restanti song mi sono sembrate poco coese e abbastanza dispersive: un riffing lontano dalla tradizione black, arrangiamenti pretenziosi, qualche sfuriata che non graffia come dovrebbe, qualche fuga chitarristica e tastieristica dal sapore progressivo e una produzione cristallina ma assolutamente priva di atmosfera. Sarà anche una questione di gusti personali, ma ho trovato il tutto poco diretto ed efficace, estremamente cervellotico. La band fallisce nell’intento di creare un alone mistico e oscuro e dà alle stampe un prodotto dall’impeccabile involucro esteriore che tuttavia non riesce a incidere nel modo giusto.
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