In edizione limitata a cinquecento copie, via Satanath Records, esce questa seconda fatica sulla lunga distanza dei trevigiani Exterminas, minacciosi alfieri di un black/death metal tanto violento quanto ben suonato. I nostri si presentano con un look ed un’estetica tradizionalmente black ma la loro musica pesca a piene mani da quel death metal floridiano (Morbid Angel su tutti) che tante soddisfazioni diede ai maniaci dell’estremismo sonoro a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta. E questo non solo e non tanto per il cantato in growling del singer Februus, che con il suo vocione cavernoso marchia a fuoco i pezzi, ma anche e soprattutto per il muro sonoro impenetrabile creato dagli intrecci chitarristici della coppia formata da Moloch ed Eskathon e per la precisione bellicosa e chirurgica della sezione ritmica composta dal basso di Skoll e dalla batteria di Raven. “Dichotomy” è un lavoro che fa dell’impatto devastante la propria arma migliore ma mette anche in mostra buonissime capacità compositive da parte di una band che passa con facilità disarmante da granitici e distruttivi uptempos (ad esempio “Upheaval Seems Anathema” o “In Apotheosis Of Pandemonium”, per citare i due episodi più brutali del lotto) a momenti più rallentati che puzzano davvero di zolfo (“Wandering From The Death’s Shore”, nella quale si percepisce più di un richiamo ai Dissection), per sfociare in preziosismi esecutivi e repentini cambi di tempo (“Collapse Into Time”) che mettono in risalto il notevole bagaglio tecnico dei nostri. In definitiva siamo al cospetto di un disco genuino, che tributa il giusto omaggio ai propri numi tutelari ed evidenzia come si possa ancora dire qualcosa di abbastanza personale semplicemente rielaborando sonorità old school. Da ascoltare.
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