Già dal titolo (“Part Of This World, Part Of Another”) si intuisce la natura cangiante di questa terza fatica sulla lunga distanza di Terra Deep – progetto solista del factotum Hursag, proveniente dall’Oregon – che è davvero un viaggio attraverso diversi mondi musicali, apparentemente molto distanti eppure sorprendentemente affini tra loro. Il black metal è soltanto il punto di partenza, la base di riferimento che viene destrutturata attraverso un approccio progressivo che questa volta non risulta affatto cervellotico ma, al contrario, elegante e coinvolgente: il freddo e il caldo, l’amore e l’odio, la rabbia e la meditazione si fondono in un insieme emotivamente inestricabile e musicalmente coerente, da centellinare come un buon vino, ascolto dopo ascolto. Nonostante la lunghezza media piuttosto elevata e la tendenza a travalicare i limiti consueti, le composizioni risultano incredibilmente fluide e decisamente affascinanti nel loro alternare senza soluzione di continuità sfuriate criptiche sulla scia degli Emperor ultima maniera (“Et Lux In Tenebris Lucet Part I-Wax Photonic”), melodie dal sapore gotico vicine ai Katatonia (“Et Lux In Tenebris Lucet Part II-Venus Adumbrant”) ed atmosfere acustiche che potrebbero ricordare i migliori Empyrium (“Portrait Of Winter”), senza tralasciare momenti più classicamente – e dolorosamente – aggressivi (“The Navigator”) fino alla conclusione, affidata ad “Harvestide”, che con i suoi oltre otto minuti di durata rappresenta la summa dell’intero disco, riassumendo compiutamente i contrastanti stati d’animo che lo dominano. Siamo al cospetto di un lavoro fatto di alternanze e chiaroscuri, che tuttavia si dipana come un percorso lineare e fruibile sia dall’ascoltatore più interessato al lato prettamente viscerale del metal estremo, sia da quello più portato alla riflessione intimista, sia da quello alla ricerca della melodia di immediata presa e facile memorizzazione. Complimenti quindi a Hursag (peraltro musicista molto attivo e versatile, impegnato in diversi progetti che vanno dal black all’heavy metal fino a roba più sperimentale ed indecifrabile: ascoltate ad esempio i Darkosis) ed alla sua sfuggente creatura.
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