“Til Et Annet…” rappresenta la seconda fatica sulla lunga distanza per i Trelldom, progetto parallelo di Gaahl dei Gorgoroth, che non ha dato finora un seguito a questo lavoro (anzi la band al momento sembra proprio congelata). Dimenticatevi le sonorità crude e grezze del gruppo principale del nostro perché il black metal dei Trelldom ha davvero poco a che spartire con quello dei Gorgoroth sia vecchi che nuovi. La registrazione innanzi tutto è molto nitida e potente, non cristallina ma incisiva e precisa. I riff sono rocciosi e quadrati, a tratti davvero epici, anche se non è difficile rintracciare al di sotto del muro sonoro le sinistre melodie tipiche della scuola norvegese. Il disco è infatti costruito più sull’atmosfera che sull’impatto e la ferocia, che pure non mancano, e tende a dare corpo ad un feeling assai oscuro di matrice pagana, intriso di misticismo ancestrale e druidico, pregno del sapore acre e umido della foresta dominata dai colori indistinti dell’autunno. Le vocals sono molto atipiche, il classico screaming lascia infatti molto spesso spazio ad un cantato sguaiato ed esaltato, che può ricordare in qualche modo la voce ubriaca usata da Fenriz negli Isengard, e a vocals pulite ed impostate dal marcato sapore rituale. L’album è molto compatto e può contare su una sezione ritmica davvero devastante, riuscendo a farsi veicolo di un mood folk senza ricorrere all’ausilio di strumenti tradizionali. Soltanto la conclusiva “Sonardreyri” si discosta dalle restanti composizioni: si tratta infatti della classica black metal song ossessiva e malvagia, costruita su un unico riff che si ripete dall’inizio alla fine. “Til Et Annet…” può a tutti gli effetti essere considerato un classico, forse minore ma pur sempre un album importante, capace di tessere trame chiaroscure e nebbiose e di trasmettere un senso magico della natura come pochi altri.
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