Ultimo album per il super-gruppo black ammmericano Twilight, “III: Beneath Trident’s Tomb” è un disco intrinsecamente bastardo e spurio come da copione, che si potrebbe definire indie-black non solo per l’eccellente partnership con Thurston Moore (sì, proprio quello dei Sonic Youth), ma per i connotati stessi di un sound ricco di rimandi a quello che è il modus operandi di una certa scena indipendente rock, qui opportunamente virata al nero, grazie all’indiscussa maestria in materia di Wrest e Imperial. E se rispetto all’ortodossia black della darkthroniana “Exact Agony, Take Life” (dal debutto del 2005), o alle lubriche pulsioni sludge di “The Cryptic Ascension” (dal secondo “Monument to Time End”, 2010) il nuovo materiale appare decisamente più semplice e lineare, non mancano comunque vari livelli e sottostrati sonori, opportunamente ce(sel)lati dal mixing del guru Sanford Parker. Dopodiché, al solito, si tratta solo di gusti e inclinazioni personali, perché la qualità oggettiva dei Twilight non è certamente venuta meno, come dimostra un brano iconico come “Oh Wretched Son”, sebbene una certa auto indulgenza di fondo non gli permetta di firmare un vero e proprio masterpiece black, capace di dettare la linea. Ma del resto essere trend-setter non è mai stato lo scopo di questa particolarissima formazione aperta, di cui ci si augura in futuro un possibile ritorno, sempre sulle rotte clandestine, tetre e inquiete a cui ci hanno abituati. Until then R.I.P, Twilight…
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