Alberi, nuvole e silenzio, tre elementi perfetti per rappresentare lo spirito contemplativo e panteistico che caratterizza tanta parte della scena post-black contemporanea. Che assuma i connotati cascadici, piuttosto che slavonici, è infatti indubbio che questo eterogeneo sotto-genere abbia il merito di aver riportato al centro dell’impasto sonoro atmosfera e sensazioni, cucendo stretti legami coi retaggi dark-folk e finanche ambient. In questo caso ci troviamo nell’assolata Andalusia, terra di montagne e foreste in cui Ocram risiede e tra ispirazione per il suo progetto solista Trees, Clouds & Silence, il cui valido debutto auto-intitolato propone una mezzora abbondante di evocative melodie chitarristiche, ben bilanciate fra meditazioni acustiche e crescendo metallici. Tenendo fede al monicker il disco è in massima parte strumentale, con solo poche, sparute frasi a punteggiare di parole una dimensione musicale non per questo meno suggestiva. Descrizioni sonore di un attimo, come fotogrammi di sensazioni, i cinque brani sono profondamente radicati nella natura, tanto che sono gli elementi stessi a suscitarne la creazione. Piace in questo senso la spontanea semplicità che Ocram è riuscito a riversarvi, come ben esemplificato dalla sognante “In The Riverbed” o dalla conclusiva “Embraced By Branches”, che si giova fra l’altro delle female vocals di Echo. Trees, Clouds & Silence è quindi un progetto consigliato a quanti ricercano nelle sfumature del nero in musica un senso di individuale comunione con le forze della natura, un ritorno alla terra il più possibile immediato e scevro da ulteriori sovrastrutture.
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