Torii – Elabrynth

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Gli americani Torii (il tradizionale portale d’accesso giapponese che porta ad un jinja shintoista) sono un atipico duo dell’Arkansas, e propongono un possente mix di black e doom, fatto di groove intensi e sghembi, distorsioni sporche, e un’atmosfera generale cupa e lacerante. Band indipendente ma decisamente professionale, i Torii lavorano bene sulle basse frequenze dello spettro sonoro, cosa piuttosto particolare per un gruppo black, risultando di conseguenza peculiari all’orecchio, come un ipotetico incrocio fra Bethlehem, Emptiness e Skitliv, realtà artistiche che talvolta emergono nei mid-tempo sulfurei di questo “Elabrynth”, album dotato di una misteriosa eleganza di fondo, legata a doppio filo con l’enigmatica mancanza di centro e linearità della proposta, quasi come una struttura diffusa e avvolgente, un grumo di granulosità variabile, una palude nebbiosa in cui si perde presto l’orientamento (da cui l’azzeccata scelta del titolo). Il polistrumentista Bill Masino si dimostra un solido riff-maker e un accorto arrangiatore di ritmi, creando il giusto tappeto sonoro per la performance, vagamente csihariana, di Eric May, ottimo interprete del disordine interiore in “The Water Will Not Quench Their Thirst”, “Desire Lurks Behind the Crystalline Walls” e “The Marionette”, fra i brani migliori di una release atipica, forse un poco elitaria ma decisamente interessante.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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torii-elabrynthTRACKLIST <br> 1. The Water Will Not Quench Their Thirst; 2. Prospect and Refuge; 3. Elabrynth; 4. Desire Lurks Behind the Crystalline Walls; 5. Order of the Ebon Hand; 6. The Marionette; 7. Scale of Ruin; 8. Demon Sorcerer Ashtar <br> DURATA: 47 min. <br> ETICHETTA: Autoprodotto <br> ANNO: 2014