Bölzer, interessanti newcomers svizzeri (Zurigo), fautori di black crudo e contaminato profondamente da pesanti retaggi death. Il nome della band è di per sé indicativo e utile a inquadrare le direttrici del duo crociato: piuttosto intraducibile in italiano, potrebbe più o meno essere avvicinato a qualcosa come bulldozer. Bolzen è un verbo tedesco svizzero derivante da bolzen (fulmine); bolzen (verbo, senza umlaut) può anche significare “guidare veloce”, sebbene la band descriva il significato come “un’intensa energia aggressiva, che non ha alcun riguardo per conseguenze o ripercussioni. E in questo senso non è diretto, ma solo pura potenza distruttiva. Una forza del caos, una forza di vita, di morte, di nulla”. Tutto ciò si traduce in un calderone di riff affilati e titanici, che procedono sbriciolando qualsiasi ostacolo sul loro cammino. Giunti con “Soma” al secondo ep in breve tempo, i Bölzer propongono due brani piuttosto difformi, utili a inquadrare altrettante articolazioni della loro nera espressività. L’opener “Steppes” è un vero e proprio manifesto d’intenti, perfetta sintesi di come e quanto possa essere efficace un semplice mid-tempo black, composto col necessario spirito e talento, perfettamente sintetizzati dal mastermind KzR (Okoi Thierry Jones), che si occupa di chitarre, basso e vocals. La seguente “Labyrinthian Graves” è invece una canzone dall’incedere funereo e quasi doom death, come sancisce peraltro il considerevole minutaggio, che comunque scorre senza troppi problemi, come le nere acque dello Stige. Concreti, lucidi ed estremamente affiatati, i Bölzer dispongono già di un invidiabile arsenale espressivo, e se saranno in grado di utilizzarlo e snocciolarlo senza perdersi per strada potrebbero seriamente diventare le prossime teste di serie in campo black.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.