Giunti alla terza fatica sulla lunga distanza (dopo i buoni “Ansia” e “Primordial”, pubblicati rispettivamente nel 2005 e nel 2008), con questo oscuro e sulfureo “The Burning Fanatism” i romani Tundra centrano finalmente il bersaglio grosso. Il leader e bassista Pesten ha voluto fare le cose in grande e per l’occasione ha reclutato due musicisti che non hanno certo bisogno di presentazioni e che sono sinonimo di qualità, ovvero Shatraug (Horna, Sargeist, Behexen ed altri) alla chitarra e Thorns alias Gionata Potenti (Frostmoon Eclipse, Fides Inversa ma è praticamente impossibile elencare tutte le sue collaborazioni) alla voce e alla batteria. Il risultato è un album di puro ed incontaminato black metal di stampo nordico che, partendo dalle fondamentali influenze di matrice darkthroniana, da sempre presenti nel sound della band capitolina, sterza verso territori più sinistramente melodici di timbro finlandese (e non potrebbe essere altrimenti), alternando con sicurezza compositiva e sapienza esecutiva passaggi taglienti come lama di rasoio a momenti più cupi ed inquietanti, assalti di genuina iconoclastia nichilista a sprazzi di lugubre epicità. Si tratta pur sempre di raw black metal, legato a doppio filo alla tradizione e carico del tipico alone sinistro e misantropico, ma con qualche interessante elemento di diversificazione: ad esempio l’attacco doomish dell’opener “Disgust” o la pausa dal sapore quasi bluesy della strumentale “Blurred”. Al di là di questi particolari – che rendono il lavoro meno prevedibile di quanto si possa pensare ad un primo, superficiale ascolto – ciò che conta sono la costante e potente ispirazione e la qualità sempre elevata di ogni composizione. Se a questo aggiungete una produzione sufficientemente sporca e grezza ma per nulla approssimativa – che esalta le piccole ed affascinanti sfumature che costellano i pezzi – capirete come questo disco sia davvero ben riuscito e stia solo qualche gradino più in basso rispetto a capolavori indiscussi come “Satanic Black Devotion” e “Rituale Satanum” (per citare due capisaldi di questo genere di sonorità). Per una volta è proprio il caso di dirlo, a costo di sembrare banali: la nera fiamma brucia!
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