La Einheit Productions, etichetta relativamente giovane che sembra essersi specializzata in ambito pagan / viking, pubblica questa raccolta dei nostrani Aisling risollevandosi da una serie di uscite davvero poco indovinate (ad esclusione del debutto dei Wrath). Il disco in questione contiene l’omonimo full lenght di debutto della band friulana (songs da 1 a 7), risalente al 2002, ed il successivo ep “Trath Na Gaoth” (songs da 8 a 10) dell’anno successivo. L’album di esordio è un lavoro piuttosto maturo, che mette in mostra le non trascurabili capacità compositive dei nostri. Il sound è potente ma non eccessivamente cristallino ed il songwriting, pur avendo radici ben solide piantate in territori pagan, non disdegna fughe dal sapore quasi “progressivo” sulla scia degli ultimi Enslaved o degli Emperor post “In The Nightside Eclipse”. Non mancano peraltro i momenti più aggressivi e selvaggi, più canonicamente black, caratterrizzati comunque da un feeling profondamente malinconico e a tratti epico, che ben delinea musicalmente il fatalismo e la devozione alle forze primordiali della natura tipici delle popolazioni celtiche. L’apice compositivo dell’opera è costituito da “Sepulchral Council Of The Beholders”, traccia lunga ed elaborata, sospesa tra sentimenti di rabbia repressa e meditazione introspettiva. Molto toccante la semi-acustica “Duan Amhairghine (Amergin’s Challenge)”, un inno dolente e disperato, nel quale le trame tenui del cello e del flauto intessono con la voce della mezzosoprano una cantica triste e colma di mestizia. Il livello qualitativo del mini “Trath Na Gaoth” è invece inferiore. Il cambio di singer non ha portato buoni frutti perché il nuovo arrivato Valentino Casarotti si dimostra, a mio avviso, meno versatile ed espressivo del precedente Diego M., che con il suo screaming sofferto e la sua voce pulita impostata e tragica donava quel quid di teatralità in più ai pezzi. Anche l’ispirazione sembra essersi relativamente smorzata e ne è prova un brano abbastanza superfluo come “Laoidhan Fogharach Na Dubhachas Agus T-Aisling Agam”. Gli Aisling restano comunque un gruppo che riesce a distinguersi dall’anonimato della stragrande maggioranza della scena pagan, grazie all’aura mistica e alla emotività guerriera che trasuda dalle loro composizioni. Una band sicuramente da tenere d’occhio in vista delle prossime uscite sul mercato.
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