Realtà artistica su cui è veramente difficile reperire qualche informazione, i Vecer propongono un post-black strumentale intenso e iconico, nel suo libero dipanarsi fra ritmiche e melodie chitarristiche, dal sapore prettamente mitteleuropeo. Possibili convergenze sonore potrebbero essere Drudkh, Lantlos e primi Alcest, depositari di matrici musicali ad alto tasso suggestivo ed atmosferico. L’ep “Vecera” offre in questo senso sette possibili colonne sonore ai propri pensieri, immergendoli in una fonte che suona piuttosto fresca, nella sua semplicità. Lo spirito strumentale pare in tal senso il più adatto per lasciar fluire la mente in libertà, magari in una calda e profumata sera d’estate, come suggerito dal brano posto in chiusura, non a caso, forse, l’unico intitolato. In attesa di conoscere eventualmente qualche dettaglio in più su di loro, è comunque piacevole godersi i Vecer attraverso questa misteriosa mancanza di informazioni e generalità, a cui non siamo davvero più abituati.
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