16-09-2006, Teatro Dell’Applauso – Guidonia (RM)
Concerto, questo, che ha il sapore dell’evento, ovvero la seconda calata italica di sua maestà Kanwulf dopo quella di circa un anno e mezzo fa in quel di Padova. Il locale in cui il nostro è chiamato ad esibirsi, il Teatro dell’Applauso, è piuttosto piccolo, fumoso ed oscuro, difficile da raggiungere ed in pratica perfetto per ospitare performances underground di questo genere. A questo si aggiunga una serata piovosa e autunnale ed il quadro è completo.
Ad aprire la serata sono i VIDHARR, band nostrana fresca d’esordio con il demo “Rising From The Abyss”, dedita ad un cold black metal abbastanza piacevole anche se molto derivativo e scolastico. I nostri tengono il palco con qualche incertezza proponendo i loro pezzi ed in chiusura una cover dignitosa del classico “Carpathian Forest”: un gruppo che potrà crescere in futuro.
Già maturi e consapevoli delle loro potenzialità sono invece gli STURMKAISER, i quali, supportati da suoni profondi e corposi, danno vita ad un’esibizione potente e tellurica, un vero assalto all’arma bianca sulle note di brani devastanti quali “Nuclear Snowstorm”, “Warangel” e l’autocelebrativa “Sturmkaiser”. Buona anche la cover della burzumiana “War” che incornicia una prova senz’altro convincente di tutta la band ed in particolare del singer Svafnir, in possesso di uno screaming molto tagliente ed incisivo, che riesce anche ad improvvisare alcuni “coretti” con voce pulita davvero trascinanti.
Ed è quindi la volta degli headliner della serata. Inutile dire che NARGAROTH è un progetto controverso, amato da alcuni e semplicemente odiato da altri perché Kanwulf è uno di quei personaggi in grado di suscitare, con i suoi lavori, le sue dichiarazioni e i suoi atteggiamenti queste reazioni contrastanti senza mai lasciare indifferenti.
Posso dire in tutta franchezza di avere conosciuto un Kanwulf lontano anni luce dallo stereotipo che lui stesso si era forse costruito, una persona umile ed estremamente disponibile, schiva e tranquilla, che ascolta in mezzo al pubblico gli altri gruppi suonare senza aspettarsi che qualcuno lo riconosca, che se ne sta in disparte bevendosi la sua birra, che ti risponde come un vecchio amico provando a dire qualcosa in italiano se gli rivolgi la parola, che si schermisce se gli fai i complimenti, che fa un sound check di cinque minuti chiedendo alla gente se si sente la voce, una persona che mi ha fatto insomma una buona impressione. Una persona però che sul palco, rigorosamente spoglio e privo di fronzoli, sa trasformarsi in un vero animale da concerto, una delle pochissime icone ancora in grado di incarnare un certo modo di intendere il black metal, anche se a lui probabilmente una definizione di questo tipo non andrebbe a genio. E così, dopo l’intro di “Herbstleyd”, ecco attaccare la celeberrima “Black Metal Ist Krieg”, introdotta dal canonico “Porco dio!!!”, che vede l’ingresso in massa on stage dei Vidharr e crew al seguito, i quali invadono letteralmente il palco con tanto di enorme croce rovesciata. Il concerto prosegue con grande intensità e Kanwulf certo non si risparmia atteggiandosi a poser come solo lui sa fare, con consumata maestria ed una massiccia dose di ironia. I pezzi proposti sono quelli più tirati e veloci della sua discografia, che rendono meglio dal vivo, e si susseguono l’una dopo l’altra autentiche perle nere quali “Karmageddon”, “The Day Burzum Killed Mayhem” (un vero manifesto programmatico di un certo modo old style di intendere il black metal) e “Des Alten Kriegers Seelenruh”, con un arpeggio melodico centrale davvero da brividi. L’apice della performance si raggiunge verso la fine, quando il nostro inforca un paio d’occhiali da sole molto trendy e va ad eseguire una cover strepitosa di “Orgasmatron” dei Motorhead, seguita a ruota dalla terremotante “Possessed By Black Fucking Metal”, un inno primordiale e trascinante che devasta completamente il pubblico. Kanwulf urla tutta la sua rabbia malata con il suo screaming tagliente e abrasivo, mantenendo inalterata la sua potenza vocale senza cedimenti di sorta, anche quando il face paiting comincia a sciogliersi. Ed alla fine, dopo un paio di pezzi estratti dall’ultimo “Prosatanica Shooting Angels” e oltre un’ora e mezza di violenza pura, lo show ha termine. Una prova eccellente sotto ogni punto di vista e chi se ne frega se il suono era caotico (anche a causa dell’assenza del basso) e sul finale le chitarre si sentivano poco e il microfono si stava fondendo.
Vorrei concludere questo live report citando una dichiarazione dello stesso Kanwulf: “Il black metal era un diamante tra la grigia sporcizia delle altre arti. Sfortunatamente troppe mani sporche lo hanno afferrato e ciò, anni fa, gli ha fatto perdere il suo splendore”. Ebbene stasera, e perdonatemi il sentimentalismo, quello splendore di un tempo lo abbiamo rivisto almeno per qualche momento…