Innanzitutto ringrazio Lord Yshua per la sua disponibilità.
Tu hai dato vita a due differenti progetti, correggimi se sbaglio, Mystica e Obscurum Malum, quale dei due è nato per primo? Puoi spiegarmi il motivo che ti ha spinto a creare due differenti band che comunque hanno davvero tanto in comune?
Innanzi tutto ringrazio voi per l’attenzione che mi dedicate… Mystica nasce per primo, nel 2003, a quel tempo nulla ho fatto per promuoverlo, era interamente acustico e cantato in collaborazione con Dux Lupus, amico che suonava nei Nephesh, altro gruppo nostrano mai valorizzato… ho creato due band molto complementari per riversare meglio in esse il sound che sento: misticismo oscuro, secondo me l’essenza del black metal…hanno proprio questo in comune sebbene con due linguaggi diversificati… sia nell’approccio lirico che di songwriting.
Hai detto che i Mystica completano e continuano ciò che hai intrapreso con gli Obscurum Malum, e ciò è sicuramente evidente, perché allora non incidere “Sanctae Litaniae” con lo stesso moniker, ovvero Obscurum Malum?
Perché Mystica è molto più atmosferico e mi dà maggior possibilità di “sperimentare” un nuovo approccio al black metal fatto di dolore, sospiri e maligna preghiera… gli Obscurum Malum invece partono da una base più propriamente black-metal anche se poi si evolvono in maniera meno “standardizzata”, e poi “Sanctae Litaniae” è già l’evoluzione di “Lux Divina”, come già detto interamente acustico…
“Sanctae Litaniae” mi è parso più atmosferico rispetto “Cripta Vox”… quali sono le differenze musicali e concettuali tra questi due lavori?
“Sanctae Litaniae” parte semplicemente da un sospiro o una singola nota acustica per poi evolversi ed analizza il mio mondo interiore fatto di contraddittoria ricerca spirituale profonda, addirittura il songwriting è capovolto rispetto al normale approccio, qui la batteria è, paradossalmente, inserita alla fine del processo esecutivo, quasi come un arrangiamento, “Cripta Vox” parte da modesti giri di chitarra ed esplora più in generale il mio modo di sentire e le mie visioni (al tempo, per cantarlo, abbandonai la mia anima ai piedi di un altare gelato, per visualizzarle…)
I tuoi lavori sono registrati con mezzi di fortuna, e ciò se da una parte può conferire un tocco di grezzume più che naturale e sicuramente d’impatto, di contro inficia il risultato finale in quanto i suoni ovviamente sono confusi e a tratti indistinguibili… se avessi avuto i mezzi necessari, avresti puntato su una registrazione più pulita o avresti comunque cercato di ricreare dei suoni sporchi?
Ammetto tranquillamente che vorrei migliorare sicuramente la resa sonora dei miei prodotti, soprattutto quando vedi che la maggior causa di “lamentela” è quella delle “produzione” ma ti assicuro che adoro la sporcizia che emanano i miei cd, profumano di “cripta”, di dolore e sono convinto che chi vuole ascoltare ci riesce anche se con fatica, molti producono grandi demo e si sentono già rock-star… sicuramente acquisterò una migliore scheda audio… e… proverò ad equalizzare e produrre meglio gli strumenti.
Da ciò che ho letto nella biografia mi pare di capire che hai un rapporto particolare e contraddittorio con la religione (legato anche a una tua scelta mancata anni fa..) o comunque con la tua spiritualità… puoi spiegarmi meglio questo concetto? E che ruolo gioca il Black Metal in tutto ciò?
Religione, sangue ed oscurità si rincorrono, non mi vergogno a dire pubblicamente che (… molti…) anni fa stavo entrando in seminario, avevo una vita spirituale “normale”, eventi interiori mi hanno dato il coraggio di risvegliarmi dal sonno, di ascoltarmi nel profondo ed il black metal è, secondo me, la musica più profonda e “spirituale” che abbiamo, maligna e malinconica, disperata e misantropica, spesso soprattutto da celebrolesi invertebrati viene equiparato ad “adorazione al maligno” e ciò mi disgusta, perché abbiamo un’“anima” che deve risvegliarsi dal ruolo di zombie romeriano. Ed il black metal è una vera “frusta” per l’anima.
Hai registrato “Cripta Vox” negli interni di una chiesa, e hai utilizzato la stessa chiesa per creare la copertina di “Sanctae Litaniae”… come mai questo soggetto, e questo tema più in generale, è così ricorrente?
Perché sono affascinato dall’ambivalenza di chiese cadenti, dalla ricerca interiore, dalla contraddizione dei miei testi della quale questi luoghi sono scenario, il tempio cadente di una chiesa è simbolo dei nostri tempi ed è paradossale trovarci qualcosa di affascinante… cosa realmente ci guida? Perché tremiamo dinanzi una chiesa oscura e cadente che si staglia fra la luna nel gelo? Non saprò mai rispondere veramente a ciò…
La tua musica è senza dubbio particolare e molto personale, mi viene da pensare che non hai dei modelli a cui t’ispiri, o almeno non direttamente… sbaglio?
Semplicemente rielaboro in maniera fortemente mia la lezione dei Darkthrone, Mayhem, Gorgoroth, Marduk, è un gran complimento sapere che consideri la mia musica personale, che senso avrebbe fare sempre le stesse cose??
Ricollegandomi alla domanda precedente, perché secondo te oggi le band tendono a produrre lavori che non fuoriescono mai da un certo schema stilistico? Puoi spiegarmi come avviene il processo delle tue composizioni?
Le band cercano di andare sul sicuro, si spogliano della ricerca culturale e interiore che ogni fottuto demo dovrebbe avere perché costa fatica ed espone a probabili critiche… ma è il prezzo da pagare…parto dal riff più semplice possibile sul quale vado ad inserire dolore, rabbia, paura, dopo questo cerco semplicemente di inserire altri elementi… il problema è quando ci canto sopra che il tutto sembra diventare realmente mio e realmente… incasinato e oscuro…
Nei tuoi lavori ricorre spesso l’utilizzo del latino, come mai questa scelta?
Il latino fa parte della nostra antica cultura, ed il black è riappropriazione di questa, con dei titoli o frasi cerco di ricordarmi questo e poi il latino è la lingua più “mistica” che abbiamo e ben si abbina a quello che canto, il primo demo (“Lux Divina”) era interamente cantato in latino, chiunque poi fa attenzione troverà alcune parti in “glossolalìa”, la lingua dello spirito…
Qual è il tema che affronti attraverso i tuoi progetti? Non credi che oggi si abbia una visione distorta del Black Metal, troppo spesso utilizzato per sbandierare ideologie che si discostano da quella originale?
Se guardi nei miei testi è fortemente presente il tema del “risveglio”, del dolore che diviene preghiera, delle sensazioni più intime, come anche analisi del religioso apparentemente blasfemo… se gli altri gruppi si gloriano di parlare solo di “true satanic black metal” non mi riguarda, sarei scortese verso tali sapientoni, che passano il tempo ad agitarsi e credersi la razza eletta…e guai a toccargli ciò che fanno o dicono, pochi possono permettersi di riciclare temi stantii perché ne hanno il diritto, preferisco ubriacarmi e inventarmi un testo sullo “scazzmariello”…
Pubblicizzando i tuoi demo hai dimostrato coraggio e voglia di metterti in gioco, accettando anche critiche e pareri negativi…cosa ti spinge a sottoporti al giudizio altrui, visto che coscientemente affermi che la qualità dei tuoi lavori, per ciò che riguarda i suoni, è piuttosto bassa, a causa dell’impossibilità di utilizzare dei mezzi di registrazione più efficienti?
Mi fa semplicemente piacere di condividere il mio operato con chi vuole, allargare i miei contatti, poi se ci si vuole divertire a trovare metafore su come i miei demo facciano schifo è più semplice dirlo apertamente… e poi mi diverto da morire a leggere con gli amici le recensioni, sia quelle buone che, soprattutto, quelle negative perché ti fanno crescere… io prendo sul serio ciò che faccio ma non mi offendo quando qualcuno non capisce o non apprezza ciò che faccio… ad ognuno il suo…
Cosa pensi della scena Black italiana, e qual è, se c’è, la scena che maggiormente apprezzi e segui?
Apprezzo molto l’operato di Argento, anche se a volte si dimostra un po’ “spocchioso”, penso sia una delle punte di diamante del black, ma ho sentito band come Heruka, Exultet che sono molto vicine al mio modo di interpretar il black…
Tu sei l’unico componente delle tue band… hai mai pensato di creare una band vera e propria? Se no, puoi spiegarmi il motivo di questa scelta?
Innanzi tutto, fino a poco fa erano vivi i Megerah, gruppo fondato anni fa che è ormai fermo pur avendo già delle song pronte, per i miei progetti preferisco far tutto solo, nessuno sano di mente farebbe cantare e suonare me su un proprio demo, mi piace comporre solo perché do libero sfogo a ciò che sento… inoltre sto lavorando insieme e Mandos (compagno di mille bevute…), ad un progetto epic/black sulla nostra storia locale chiamato Sanctae Spinae.
Immagino che, essendo per l’appunto una one man band, non t’interessi vivere una situazione live… sbaglio?
Ammetto pubblicamente di non saper suonare, di andare spesso fuori tempo e di dimenticarmi i giri delle mie song che nelle prove ogni volta sono diversi… ecco il vero motivo…
Bene, l’intervista è terminata, concludi pure come preferisci…
Non chiedo niente se non invitare chiunque a contattarmi per scambio di demo, per inviargli il mio materiale, a volte basta poco per trovar qualcosa di diverso e per conoscer qualcosa di nuovo, vi invito a visionare i miei progetti sul sito www.altaredigiano.it e di contattarmi all’indirizzo marcomainiero@libero.it … ringrazio chi già mi ha contattato…e questa zine che mi ha offerto con semplicità un po’ di spazio…