l power-trio post-black/scremo Selva ha recentemente pubblicato, via Argonauta Records, “Life Habitual”, ottimo esempio di come la compresenza di diversi background consenta di creare un suono unico, in questo caso lungo le direttrici che vanno dal post-core al black metal, passando per l’instrumental post-rock. Tommy (batteria), Gino (basso/voce) e Ale (chitarra/voce), già attivi in altre band hardcore del Nord Italia, si sono messi al lavoro con un certo Jack Shirley (Deafheaven, un nome non proprio casuale) per produrre un’opera al nero in grado di sintetizzare efficacemente le diverse anime da cui origina. L’iniziale “Enclosure” è piuttosto chiara in materia, grazie al dinamismo con cui i tre passano dal groove bicorde di chiara matrice HC alle gelide rasoiate black, risultando contemporaneamente pastosi e spogli, materici ed evanescenti, in una persistente dicotomia tonale che funge da fil rouge a tutte le tracce. Stando così le cose “Life Habitual” è un dischetto decisamente consigliato, ben più dei blasonati cugini d’oltralpe Celeste, ad esempio, ma sopratutto per la specificità e identità che i Selva dimostrano già di possedere.
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