“Swinesong” è diverso da quanto sentito fino ad ora da Malnàtt: 15 canzoni per festeggiare i 15 anni della band, con testi ispirati ai 15 tatuaggi di Porz. Avantgarde, black, doom, EBM… Dark Funeral e Ulver incontrano Massimo Volume e Teatro degli Orrori. Tutto è cambiato. Ancora una volta.” Impossibile non condividere la presentazione autografa del nuovo lavoro a firma del collettivo bolognese, che ben chiarisce le linee e i contorni artistici e concettuali di un’opera come sempre ricca di significati, simboli, livelli di lettura e, banalmente, musica. “Swinesong” è un disco che porta alle estreme conseguenze gli schemi, mentali e compositivi, del precedente “Principia Discordia”, affrancandosi da territori stilistici univoci (cfr. il pur memorabile “La Voce Dei Morti”) per abbracciare una sorta di crossover futurista e iper-cinetico. Nel relativismo assoluto secondo il quale non esistono sinistra e destra, nord e sud, sopra e sotto, anche bene e male vanno a coincidere, perché, piaccia o meno, tutto e tutti siamo comunque destinati a scomparire. Tanto vale vivere questa fugacità con la giusta dose di spiccata ironia, che da sempre caratterizza la band, sopratutto perché supportata da cultura e opportune conoscenze, tanto trasversali quanto ipoteticamente collegabili a un comune sentire, fatto di simboli, icone e tradizioni, in grado di tracciare, come tatuaggi sulla pelle dell’anima, un legame fra passato e futuro, fra Storia con la S maiuscola e la narrazione di se stessi, in questo caso messa in musica. Detto questo a livello prettamente musicale “Swinesong” è un album sicuramente eterogeneo nei suoni, ma non privo della necessaria coesione di fondo, in termini di espressività, via via declinata in dinamici fraseggi chitarristici dal sapore thrash (“Min8auro”), momenti neo-folk (“Sol”), elettronica satura di dark (“Teschio”) e invettive epic-black (“Vota Cthulhu”). Come sempre ottima la performance strumentale di tutti musicisti coinvolti, ben valorizzata da un potente lavoro in fase di produzione. Da citare anche il sostanzioso contributo di Agghiastru, all’opera su ben 6 composizioni. Malnàtt è oltretutto una realtà artistica del tutto autonoma e dunque orgogliosamente indie, attiva attraverso la label Il Male Produzioni, profili social presidiati personalmente e ben due store on-line (bigcartel e spreadshirt), il che obiettivamente non è proprio da tutti. Tutto considerato “Swinesong” appare come uno dei must del nuovo anno metallico, italico e non solo, ennesima dimostrazione di come, per eccellere e distinguersi dalla massa, non serva per forza chissà quale potenziale economico, quanto piuttosto due cose sole: idee e talento. Entrambe caratteristiche che ai Malnàtt sicuramente non mancano.
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