09-12-2007, Musicdrome – Milano
Esoteric
Dark Space
Hiems
Malasangre
Serata all’insegna del doom e del funeral questa del Music Drome, con qualche intrusione in ambito black, che ha riservato luci e qualche ombra.
Si parte con i nostrani MALASANGRE, band dedita ad un roccioso e granitico doom vecchio stampo, già autrice di due full length, “A Bad Trip To…” del 2002 e “Inversus” del 2005. I pezzi proposti sono soltanto due, lunghissimi e abbastanza canonici, vicini alle sonorità di St. Vitus e Tristitia, lenti, fangosi e mesti. I suoni sono piuttosto nitidi ed il gruppo si dimostra a proprio agio, specie l’istrionico singer JN-18, che sfoggia un look minimale (a petto nudo, con jeans e occhiali da sole) e si produce in pose plastiche, talvolta mussoliniane, giocando ad impiccarsi con la cintura dei pantaloni.
Seguono i blacksters HIEMS, forse un po’ fuori luogo rispetto al resto della bill, che salgono sul palco in una formazione inedita, con Kaiser Wodhanaz degli Ad Hominem alla chitarra. Sarà per la line up rimaneggiata e per il poco tempo che i nostri hanno avuto a disposizione per provare i pezzi (come riferitomi dopo il concerto), fatto sta che la prestazione di Algol e compagni di questa sera non è certo da incorniciare. Il sound è molto confuso e si nota più di un errore nell’esecuzione dei pezzi; forse per mascherare queste carenze il combo nostrano punta sull’attitudine, esasperando certi atteggiamenti punk (sputazzi sul pubblico compresi) e in generale l’aspetto “scenografico” della prestazione, che resta però, purtroppo, insoddisfacente.
È quindi la volta degli svizzeri DARK SPACE, gruppo osannato dalla critica, sulla cui esibizione dal vivo nutrivo una certa curiosità. I nostri hanno pubblicato due album, “I” e “II”, rispettivamente nel 2003 e nel 2005, e vedono tra le proprie fila la partecipazione di Tobias Möckel dei Paysage d’Hiver. I tre membri del gruppo, che resteranno letteralmente immobili per tutta la durata dello show, si presentano sul palco indossando delle tuniche nere, mentre delle luci blu saettano tutt’intorno tagliando la spessa coltre di fumogeni che ben presto riempe il locale (rendendo l’aria pressoché irrespirabile). L’intento è quello di ricostruire on stage l’atmosfera di vuoto cosmico e astrale che trasuda dalle loro prove su disco, ma la band non raggiunge l‘obiettivo, un po’ perché penalizzata da suoni assolutamente non all’altezza, un po’ perché fautrice di un genere difficilmente riproponibile dal vivo. Anche la durata eccessiva della performance (circa un’ora) non gioca a loro favore e il loro black/ambient, inframmezzato da screams lunari, dialoghi e passaggi oscuri, non risulta affatto coinvolgente; anzi si ha l’impressione di ascoltare sempre lo stesso, infinito, esasperante e confusionario pezzo. In sostanza, una delusione.
Chiudono la serata gli inglesi ESOTERIC, da molti considerati i padri fondatori del death/funeral/doom, attivi dal lontano 1992, ma in pausa dalla pubblicazione dell’ultimo full length, “Subconscious Dissolution Into The Continuum”, risalente al 2004. I nostri, che possono godere di suoni finalmente perfetti, propongono cinque brani, ma nessun estratto da “Metamorphogenesis”, dai più considerato il loro maggiore capolavoro. La prova della band, per la prima volta in territorio italico, come del resto i Dark Space, non ha certo deluso i fans vecchi e nuovi, grazie ad un buon amalgama tra i membri e, soprattutto, grazie all’ottima prestazione del singer e chitarrista Greg Chandler, dotato di un growling profondo ed angosciante. L’atmosfera è densa e maligna, carica di un feeling cupissimo e disperato, reso ancora più straniante dalla lentezza pachidermica e sconfortante del riffing e dai diversi effetti di tastiera utilizzati, davvero molto ben realizzati. Un‘esibizione senz’altro positiva e convincente, specie per i sostenitori del genere, che avranno potuto tormentare a dovere le loro anime già martoriate. Amen.