Album di debutto via Drakkar Productions per questo quintetto proveniente da Bergamo, in attività da diversi anni e già piuttosto noto nel circuito underground italiano. I nostri propongono un black metal di stampo molto classico, decisamente ancorato al sound norvegese dei primi anni novanta, quello che fece la storia del genere, sulla scia di altre bands italiche quali Lorn e, per certi versi, Tenebrae In Perpetuum. Cinque pezzi molto lunghi (tutti sui nove minuti di durata) per una cavalcata notturna nelle gelide foreste nordiche ammantate di neve e intrise di misterioso misticismo. Gli Imago Mortis si muovono in territori già battutti decine di volte ma lo fanno con classe ed una certa personalità, ripercorrendo la strada dei vari Immortal, Darkthrone e Gorgoroth con un tocco di ritualità malinconica e suggestiva intrisa di tristezza che mi permette di accostarli ad alcuni lavori di Nargaroth o di qualche band dell’Est Europa come Arkona e Silva Nigra. Ma è il vento ghiacciato del Nord che ispira soprattutto le menti di questo combo nostrano. I riff sono zanzarosi e sferzanti come una tormenta e raramente hanno cadute di tono, la sezione ritmica alterna sfuriate in tipico norse style a momenti arpeggiati colmi di mestizia, sognanti e tragici. Le vocals, opera di Abibial, sono particolarmente azzeccate, molto ruvide e taglienti, ed il cantato in italiano si rivela particolarmente confacente ai temi trattati nelle lyrics, che parlano di antiche battaglie ed eroi immortali. Ritengo che sia importante il recupero di questo genere di sonorità (come di quelle black thrash che sta avvenendo di recente nella forma del tanto vituperato black n’ roll), purché non si trasformi in mera copiatura priva di qualsiasi creatività. Un plauso dunque agli Imago Mortis, un gruppo che senza la pretesa di inventare ad ogni costo qualcosa di nuovo, suona con convinzione puro e incontaminato black metal in grado di trasportare l’ascoltatore indietro nel tempo, all’età d’oro di questo genere oggi così frammentato e inflazionato.
