Anthropoetics

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Gli Anthropoetics sono stati per il sottoscritto un’autentica rivelazione. In un panorama underground nostrano ricco di buone realtà, ma forse con qualcosa in meno rispetto alle scene di altri paesi come Francia e Germania, la loro proposta spicca per originalità e convinzione. A loro la parola dunque, senza ulteriori indugi… Volete spiegarmi com’è nato il progetto Anthropoetics e qual è il significato del moniker?

Il progetto nasce dalla mente del sottoscritto (Ira), e si concretizza con l’incontro di Desperation e Armageddon. Le idee iniziali erano molto eterogenee, alcune sono state privilegiate ad altre anche in funzione delle nostre capacità e mezzi, ma non escludo che in futuro verranno riprese ed esplorate alcune strade che per ora sono state accantonate. Riguardo al nome: ho preso in prestito questo termine che venne usato dall’inizio degli anni sessanta per definire una corrente artistica, nata e sviluppatasi a Vienna per mano di quattro “azionisti” a mio parere fondamentali: Hermann Nitsch, Gunter Brus, Otto Muhel, Rudolph Schwartzkogler. Solitamente viene anche chiamato “Azionismo Viennese”. Molte delle mie liriche sono ispirate dalle “aktion” di questi quattro individui e il nome che ho dato a questo progetto non è niente altro che un omaggio a loro, che seppero guardare oltre, facendo del sangue e della violenza un’arma contro il piattume e l’immondizia artistico-ideologica che andava per la maggiore in quel periodo.

Il vostro debutto “Das Orgien Mysterien Theatre A.1” è uscito in edizione limitata a 23 copie e, nelle vostre intenzioni, avrebbe dovuto costituire una sorta di esperimento in vista delle prossime uscite. A mio avviso si tratta invece di un prodotto molto professionale, sotto tutti i punti di vista. Cosa mi dite in proposito? Siete soddisfatti del risultato ottenuto?

Siamo persone estremamente autocritiche e come tali difficilmente riusciamo ad essere soddisfatti al 100%, ma le buone recensioni ricevute finora vanno a schiantarsi contro la mia teoria. Meglio così dunque. Personalmente lo considero un promo onesto nelle intenzioni.

Definite la vostra musica minimal-nekro-surrealist. Volete spiegarmi il significato di ogni termine in rapporto al vostro creare artistico?

Questo termine, usato nel booklet del cd, riuniva 3 parole che ci sembravano buone per definire le 3 tracce contenute in esso. Noi siamo 3 persone,con 3 personalità distinte e queste hanno rappresentato 3 strade differenti da percorrere per raggiungere la stessa meta: “Kleine Exisienz Altar” è surrealista, varia e di difficile comprensione. “Luce” è minimalista, semplice e diretta, sia a livello lirico che musicale, il testo è niente altro che una poesia di Mathias Gruenewaid. “o.m.t.” è un ritratto di morte: “i mortali si preoccupano di seppellire il pensiero della morte con la stessa cura con cui seppelliscono i morti”.

Nel booklet fate riferimento ad alcuni concetti necessari per comprendere il concept celato dietro Anthropoetics (genesi della violenza umana, aktionismus, filosofia del caosmorgico). Volete illustrarmeli?

Ho già risposto in parte a questo quesito, nella prima domanda. Posso solo aggiungere che questi quattro libri (che consiglio vivamente a chiunque interessi una visione dell’arte disturbata e politicamente scorretta) sono stati di fondamentale importanza a livello concettuale per quanto riguarda le liriche e continueranno ad esserlo (in parte) anche in futuro.

Ho notato nella vostra musica una forte componente old school molto vicina alle composizioni di Ildjarn. L’artista in questione costituisce per voi un’influenza? Ne avete altre?

Sinceramente, non abbiamo mai considerato Ildjarn come influenza nella nostra musica, non è la prima volta che veniamo accostati al suo nome e comunque non può che farci piacere, diciamo che le nostre influenze provengono da diverse correnti, posso citarti la scena canadese e nordamericana di fine anni 80 (Von, Blasphemy, Conqueror, Order From Chaos), il primo black metal (Ulver, Samael, Darkthrone, Beherit), il crust più diretto e la vecchia scuola del doom-death metal (Autopsy, Asphix). Ma le influenze appena citate saranno più evidenziabili nei prossimi lavori, poiché come tu hai notato nel promo c’è molto black metal della vecchia scuola, riletto in chiave Anthropoetics.

Accanto all’elemento prettamente black non è possibile non notare nella vostra musica una forte componente industriale, disturbante e decisamente claustrofobica. Con quali finalità intendete fondere queste sonorità selvagge e primordiali da una parte, ossessive e alienanti dall’altra?

Direi che in questo caso, il concetto visivo è molto importante. Per noi percorrere questa strada a livello di riffing e arrangiamenti è l’unica maniera per veicolare in musica quello che alcuni pittori possono dipingere su tela, la copertina del promo ne è un esempio.

Quali sono le vostre fonti di ispirazione e come nasce un pezzo degli Anthropoetics?

Ci piace definire ogni pezzo una “azione” poiché ogni canzone ha un iter diverso ma sono tutte azioni al fine del concetto. Il testo è fondamentalmente il punto di partenza, ma è un percorso lungo e variabile, diverso per ogni azione.

La cover del vostro demo mi pare che abbia una marcata impronta espressionista. In che modo l’arte e la letteratura influenzano il vostro modo di comporre?

Sono fondamentali, soprattutto nel promo che è espressamente ispirato dall’arte a livello visuale. Ma anche altre forme artistiche sono altamente rilevanti, come il cinema e sopratutto l’influenza che hanno avuto in passato sul nostro modo di pensare ed agire diversi personaggi ora appartenenti alla storia, alcuni di essi mai compresi, talvolta mal interpretati e spesso ignorati perché, come disse qualcuno: “l’uomo comune è inconsapevole della sua profonda ignoranza, perciò è sorpreso da qualsiasi manifestazione che trascenda i limiti della sua limitatissima esperienza”.

Come vivete il black metal? Ritenete che possa farsi veicolo di messaggi di natura filosofica o politica? Cosa sono per voi elitarismo e misantropia?

Certo, penso che ognuno sia libero di esprimere la sua idea su questo o quell’altro ideale a livello filosofico e politico, a me personalmente non importa nulla, posso solo dire che tutto sta a come uno sfrutta il mezzo del black metal, il mio parametro di valutazione si basa essenzialmente su questo e qua mi collego all’ultima parte della tua domanda: noi percorriamo la nostra strada, soli e senza chiedere niente a nessuno, poiché ci piace lavorare in solitudine e soprattutto agire senza farci della pubblicità sbandierando i fatti nostri su vari forum e amenità simili. Non lo abbiamo mai fatto, nemmeno con le nostre precedenti esperienze musicali e continueremo a percorrere questa strada, questo per me è sinonimo di misantropia nonché di elitarismo artistico ed è molto probabilmente il motivo per cui pochi ci conoscono nonostante siamo in questo ambiente da diversi anni.

Esiste qualche personaggio che considerate particolarmente importante per il vostro percorso di vita e di crescita artistica? Per quali motivi?

In questo momento non citerò nessuno in particolare, poiché la risposta a questa domanda sarà proprio nei testi dei prossimi due dischi…

Quali saranno le prossime mosse in casa Anthropoetics? Verso quali direzioni si muoverà il vostro nuovo lavoro?

Ora stiamo lavorando per ristampare il promo su cassetta. Anche questa volta sarà numerato a mano e disponibile in poche copie, avrà un artwork differente nonché un booklet piu dettagliato rispetto al mcd, in più oltre alle tre tracce ci sarà una cover dei Von, “Lamb”, che stiamo registrando in questi giorni. Inoltre abbiamo appena terminato l’incisione del nuovo disco : “Die Blutorgel Wa (Still Divided)” ( 6 tracce cd-mc) ed ora ci dedicheremo al mixaggio. Sarà ancora una volta un disco vario, molto oscuro e opprimente, abbiamo sperimentato sul riffing usando accordi particolari, cercando comunque di essere sempre molto minimali e concreti e utilizzato la voce in maniera differente dai canoni prettamente black metal, o almeno come viene inteso oggi.

L’intervista termina qui. Vi ringrazio per la vostra disponibilità e, come di consueto, vi lascio terminare come meglio credete. Ave atque vale.

Ringraziamo b.m.i.k. per il supporto.
ANTHRO-AKTION