Tumulus Anmatus

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Benvenuti su blackmetalistkrieg. Volete raccontarmi la genesi del progetto Tumulus Anmatus ed il concept che si nasconde dietro questo monicker così particolare?

G: Tumulus Anmatus è nato nel 2005 ad opera mia e di Tumulàsh entrambi decisi a esprimere le nostre più profonde sensazioni e idee attraverso il black metal.

Il nome è stato formulato in seguito alla decisione di trattare nei temi il fascino che suscita in noi la nostra terra, bagnata dalle acque del lago e circondata da innumerevoli colli, e da come la natura e i meccanismi più primordiali quali la morte, l’odio e la sofferenza influiscono su di essa.

Il vostro primo demo è stato rilasciato ormai da qualche mese. A distanza di tempo, cambiereste qualcosa? Quali sono stati finora i responsi di pubblico e critica?

G: È inevitabile che una volta terminato un lavoro e a distanza di tempo ci sia sempre qualcosa che vorresti cambiare o che avresti potuto fare meglio; anche il fatto di aver registrato in presa diretta è stato un po’ penalizzante da un certo punto di vista ma tutto sommato siamo comunque soddisfatti del nostro lavoro, e anche i responsi ottenuti fino a questo momento sono stati del tutto positivi.

Una delle prima peculiarità che si notano all’ascolto del vostro lavoro è l’utilizzo della lingua italiana per i testi. Per quale motivo la vostra scelta è caduta sulla nostra lingua madre, peraltro utilizzata con una metrica particolarmente spezzata e ruvida? Di cosa parlano le liriche?

T: Principalmente per sottolineare il forte legame con la terra natia. Successivamente perché scrivendo testi in italiano il messaggio che inviamo attraverso i nostri testi risulta più diretto (chiaramente per l’ascoltatore italiano). Scrivere liriche in italiano tuttavia richiede una ricerca di termini maggiore rispetto all’inglese e alla sua facilità a utilizzare fiumi di parole assemblate senza perizia. Anche le metriche come giustamente facevi notare tu sono una parte importante, trovo che l’italiano sia una lingua che dona ai testi una maggior potenza e maggior impatto sonoro. I nostri testi sono incentrati principalmente sull’ influenza che le nostre zone ci ispirano, e soprattutto su una rivisitazione in chiave personale dei meccanismi naturali, quali possono essere morte e sofferenza delle creature all’ interno di un ciclo continuo dal movimento inarrestabile. Alcuni testi sono però più legati a visioni del mondo che ci circonda in modo più strettamente materiale, e come molte volte tutto ciò crea in noi niente più che disprezzo.

Nel booklet salutate diverse bands più o meno note del panorama underground italico. Vi sentite parte della scena di casa nostra? Ci sono alcuni gruppi che ammirate/rispettate in maniera particolare?

T: È una domanda a cui posso risponderti in vari modi, per quanto riguarda il senso di appartenenza alla scena ti posso dire che ci reputiamo un gruppo che suona black metal italiano, non so se ciò ci inserisce dentro una scena o meno, sicuramente allo stato attuale delle cose l’Italia si sta muovendo, molti gruppi stanno nascendo, e molti altri iniziano ad essere supportati come meritano. Ci sono molti gruppi che supportiamo e con cui siamo in buoni rapporti come HomSelvareg, Mefitic, Kult, Frangar, Hiems, Imago Mortis e Inverno per citarne alcuni.

Passiamo alla musica. Ho notato nel vostro songwriting parecchie influenze provenienti da gruppi quali Venom, Hellhammer, Celtic Frost ed in generale dalla scena speed/black metal degli anni ottanta. Concordate? Quali altre bands citereste tra le vostre principali influenze compositive?

T: Non parlerei esplicitamente di influenze vere e proprie, certo ci fa piacere essere accostati alle band da te citate, ma nel comporre canzoni non ci ispiriamo a determinati gruppi o stili, ci limitiamo a esprimere noi stessi, è però normale che alcuni suoni possano rievocare nell’ ascoltatore le sonorità di certi gruppi.

Ritengo che i vostri pezzi, per il loro tiro così diretto e per il riffing marcio e sanguigno, possano avere un’ottima resa in sede live. Siete d’accordo? Cosa ne pensate della dimensione live del black metal in generale e della situazione dei live in Italia in particolare?

T: Sì, infatti sino ad ora abbiamo preso parte ad alcuni concerti, e per il futuro stiamo lavorando con un chitarrista session per i prossimi concerti di modo da rendere maggiore l’assalto sonoro. Per quanto riguarda la dimensione live del BM è una scelta che riguarda direttamente i gruppi, ognuno decide se riproporre la propria musica dal vivo o meno.

Tutti i pezzi del vostro demo sono giocati su up tempos veloci e dinamici. La conclusiva “Cenere” presenta invece un andamento marziale e cadenzato. Com’è nata questa canzone? Violenza e oscurità: sono le due facce della medaglia della vostra proposta musicale?

T: “Cenere” è una canzone, come hai fatto notare te, che si differenzia dal resto del demo, essa infatti è la conclusione di “Demo 2007” ed è per questo che è un pezzo più lento e cadenzato, questa canzone simboleggia quella che è l’ ultima agonia e la frase “e cenere alla cenere” ne è sicuramente l’ emblema. Violenza e Oscurità sono sicuramente due parti molto importanti della nostra musica, ma non sono le sole cose che esprimiamo, come ho già detto in precedenza la morte trova ampio spazio all’interno della nostra proposta, e poi c’è l’odio…

La registrazione effettuata presso gli Hombra Studio è decisamente marcia e old style. Siete soddisfatti dei suoni del vostro demo? Sarà questa la linea che seguirete anche in futuro?

G: Si, come prima citato, siamo soddisfatti del lavoro e dei suoni ottenuti tenendo conto anche della strumentazione a disposizione. Siamo soddisfatti della collaborazione avuta con Bazzy (Homselvareg) e del lavoro da lui svolto e pensiamo di lavorare ancora con lui in futuro.
Il sound resterà fedele a questa linea anche se chiaramente sarà più articolato.

Vorrei che mi esponeste brevemente il vostro parere sui seguenti argomenti: religione; misantropia; rapporto tra black metal e politica.

G: La religione è un’evasione dalla realtà, una sorta di protezione e di riparo che cerca la gente debole che non riesce ad affrontare la vita con le proprie forze e che non crede realmente in se stesso. Tuttavia noi non trattiamo nelle nostre canzoni di temi antireligiosi.
La misantropia in molti casi è una soluzione ottima; allontanarsi da questa società e da molte persone false e ipocrite che ne fanno parte per ricercare da soli o in una stretta cerchia di persone una via sicura e pura da seguire.
Per quanto riguarda la politica ognuno è libero a modo suo di esprimere le proprie idee. T.A. è una band del tutto apolitica, ma ciò non significa che disdegnamo le band politiche.

Cosa ci dobbiamo aspettare dai Tumulus Anmatus nei prossimi anni? State lavorando su nuovo materiale?

G: Sì, al momento stiamo lavorando su nuovo materiale che molto probabilmente sfocerà in un Full-Lenght, e non appena avremo un numero sufficiente di pezzi nuovi ricominceremo l’attività live per ora ferma.

L’intervista termina qui. Come di consueto lascio a voi la possibilità di concludere come meglio credete.

Grazie per l’intervista e lo spazio dedicatoci.