Shining – II-Livets Andhallplats

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1984

Secondo album della creatura di Kvarforth ed autentica pietra miliare del depressive black metal (anzi possiamo tranquillamente dire che la definizione in questione, per quanto limitativa e meramente indicativa, sia stata coniata proprio in riferimento a questo disco e al suo predecessore “Within Deep Dark Chambers”), “Livets Ändhållplats” è a mio parere uno dei lavori più oscuri e realmente spaventosi partoriti in ogni tempo in terra di Svezia e non solo. A parte gli atteggiamenti soggettivamente irritanti del suo leader (che dimostra un’indubbia lungimiranza commerciale…), l’imprescindibilità di questo gruppo per la scena mondiale non può essere negata da chiunque abbia un minimo di conoscenza del genere e di onestà estetica. Personalmente ritengo che l’immagine e tutto ciò che è sovrastruttura faccia parte degli Shining come di tutto il black metal (e di tutto il metal in generale e di tutto il rock ancora più in generale), quindi tanto vale lasciar perdere inutili chimere di pseudo attitudine e vagheggiata purezza e concentrarsi sulla musica, nella fattispecie niente meno che eccelsa. La band di Halmstad, ai tempi un trio composto oltre che da Kvarforth, da Tusk e Wedebrand (“epocali” le foto contenute nel booklet) elabora e porta a piena maturazione le idee già egregiamente espresse nell’album d’esordio, dando forma e sostanza ad un nuovo modo di intendere la materia black, che sarà fatto proprio e in molti casi pedissequamente copiato da decine di bands a venire. Le influenze e fonti d’ispirazione possono essere abbastanza agevolmente individuate nei precursori di questo tipo di sonorità, ovvero Manes, Forgotten Woods e il Burzum di “Filosofem”, con una certa venatura dark di stampo Katatonia ed un gusto spinto per la melodia sinistra e disperata, ripetuta fino a diventare una sorta di mantra ipnotico e mortale. Gli arpeggi puliti e prolungati, profondi e ossessivi, si fanno sentire in quasi tutti i brani diventando un vero marchio di fabbrica, insieme all’atmosfera tetra e angosciante ai limiti del claustrofobico, sorretta da una batteria cadenzata che assai raramente si lascia andare alla furia cieca e da un basso pulsante, grave e notturno, sempre in prima linea e ben udibile. La produzione, grigia e desolante, riesce ad essere assolutamente opprimente pur senza ricorrere a particolari artifici tecnici né scadere nell’artigianale, mentre la voce di Kvarforth è una litania monocorde, il lamento atroce di un demone in preda alla follia dell’autodistruzione che anela ad essere liberato dalle sue spoglie terrene. Un disco perfetto e concepito per far male, un autentico manifesto alla morte e all’annientamento di sé, nato da uno stato di grazia artistico e da un equilibrio compositivo che la band non è più riuscita a raggiungere negli anni successivi perdendosi nelle sterili ripetizioni dello stile creato. Se volete abbandonare questo mondo, fatelo ascoltando questo disco: la migliore colonna sonora per il vostro suicidio.

REVIEW OVERVIEW
Voto
85 %
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shining-ii-livets-andhallplatsTRACKLIST <br> 1. Ett Liv Utan Mening; 2. Att Med Kniv Göra Sig Illa; 3. Ännu Ett Steg Närmare Total Utfrysning; 4. Död; 5. Svart; 6. Livets Ändhållplats <br> DURATA: 44 min. <br> ETICHETTA: Selbstmord Services <br> ANNO: 2001