Puzza decisamente di vecchio e di marcio questo “The Omnipresent Darkness”, demo del progetto statunitense Bloodwraith. La band, dalle scarne notizie che sono riuscito a reperire, sembra essere un solo project del mastermind Kevin Wargoat ed ha alle spalle la pubblicazione di un album di lunga durata (“As Above, So Below” del 2012). L’approccio old style si incarna in un riffing che trae ispirazione dalla tradizione scandinava più classica ed in una registrazione davvero gracchiante e zanzarosa, che se da un lato esalta l’attitudine senza compromessi della release, dall’altro ne inficia in parte la resa sonora, soprattutto nei passaggi più atmosferici che avrebbero beneficiato di suoni anche solo leggermente più nitidi. Ma è un particolare tutto sommato trascurabile, in quanto l’intento di Bloodwraith pare essere proprio quello di ridare linfa a quel black metal criptico e misantropico, ma non privo di passaggi più ariosi e melodici, che dettava legge nella prima metà degli anni novanta. Tra sferzate crude e glaciali e momenti più lugubri ed introspettivi, vengono di volta in volta chiamati in causa Moonblood, primi Graveland ed Emperor, Judas Iscariot e gli immancabili ed imprescindibili Bathory (date ad esempio un ascolto a “Black Desecrating Metal”, nella quale emerge un mai sopito piglio thrash che è qualcosa di più che un semplice omaggio alla creatura di Quorthon). Siamo di fronte ad un lavoro che è l’esaltazione dell’autoproduzione e del fai-da-te ma che non è assolutamente privo di spunti d’interesse a livello musicale, capace com’è di tenere comunque desta l’attenzione emotiva dell’ascoltatore, pur riproponendo stilemi arcinoti e per qualcuno forse ormai superati. Venticinque minuti di unholy black metal: prendere o lasciare.
