Dopo due lavori che non avevano particolarmente impressionato la critica specializzata, tornano alla carica gli svedesi Mephorash con questa loro terza fatica sulla lunga distanza, e questa volta centrano decisamente il bersaglio. “1557-Rites Of Nullification”, edito dalla Odium Records, è un platter di black metal criptico ed esoterico, sulla scia di Watain, Deathspell Omega o ultimi 1349 e Dissection (quelli del tanto chiacchierato “Reinkaos”), che unisce un songwriting tradizionale ad una produzione potente ed al passo con i tempi. Le composizioni sono lunghe (la durata di ognuna supera i dieci minuti) ed articolate: sfuriate violentissime si alternano a parentesi atmosferiche – anche acustiche e tastieristiche – di grande suggestione ed a passaggi più lenti e paludosi, che sfiorano territori doom. Su tutto spira un vento occulto davvero oscuro ed affascinante, che si concretizza in evocazioni misteriose ed in liriche ispirate alla cosmologia cabalistica ed al misticismo ebraico. La crescita a livello compositivo ed esecutivo dei nostri è davvero evidente ed è sufficiente ascoltare i continui intrecci, complessi e melodici al tempo stesso, tra le chitarre di Mishbar Bovmeph e Ayram Etaumiel per rendersi conto della maturità e della consapevolezza raggiunte dall’ensemble scandinavo. Le vocals, che oltre al consueto e furente screaming presentano parti pulite dal forte piglio rituale, sono appannaggio di due cantanti, Mashkelah M’Ralaa e N. Tengner, a loro volta coadiuvati da vari ospiti provenienti da realtà underground affini per sound e concept, come Embrace Of Thorns e Fides Inversa. In conclusione: un disco nerissimo, ottimamente concepito e suonato, capace di unire in un buon equilibrio l’ortodossia più classica con esigenze e tensioni più moderne e di sprigionare un’aura magica che è il suo autentico punto di forza Credo che sentiremo ancora parlare dei Mephorash in futuro…
