Sorprendentemente (ma nemmeno troppo) dalla Sicilia provengono numerosi gruppi dediti al più gelido e tagliente black metal di stampo nordico (penso ad esempio a Mourning Soul e Grim Monolith). Anche i Delirio Occulto appartengono a questa schiera: i nostri nascono dalle ceneri del progetto Opus In Flames ed hanno alle spalle l’omonimo ep d’esordio del 2006 ed il full length “As I Die” del 2011, che contiene diverse canzoni presenti anche in questa seconda fatica sulla lunga distanza, “Echoes From The Ancient World”, la quale, rispetto agli accademici esordi, mette in mostra una maggiore personalità ed una decisa maturazione sia compositiva che esecutiva. La band si muove pur sempre nei territori conosciuti del black metal più tradizionale ed il songwriting affonda le radici tanto nelle origini più primitive del genere (Celtic Frost, Bathory) quanto nella successiva evoluzione norvegese (primi Mayhem e Satyricon, Burzum) ma conserva quel tocco oscuro che riesce a rendere comunque la proposta fresca ed appetibile. Innanzi tutto la registrazione, pur grezza, è tutt’altro che approssimativa: il che rende ben distinguibili i vari strumenti e la voce ed apprezzabili i diversi cambi di tempo e clima emotivo che costellano i pezzi. Questi, immediati e minimali, sono costruiti su un riffing glaciale e tipicamente black ma riescono comunque a tenere desta l’attenzione dell’ascoltatore grazie ad alcune diversificazioni azzeccate: sprazzi atmosferici dal sapore occulto e rituale, inserti melodici di più ampio respiro, momenti epicheggianti e spigolosità thrash che aumentano il tasso di violenza ed aggressività generale. Il tutto ben equilibrato in un amalgama non certo originale ma sicuramente non privo di quel fascino ancestrale che è proprio dei lavori così concepiti e suonati. Non aspettatevi ardite sperimentazioni ma solo (in)sano black metal d’annata, rude ma non giocato unicamente sulla brutalità e sulla veemenza: prendere o lasciare.
