Taake – Nekro

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“(…) Io non ho mai fatto nulla per fare dei Taake una ‘big’ band. Io speravo di perdere qualche fan con il nostro EP ‘Nekro’, quindi ora certamente mi aspetto di perderne altri. Io apprezzo il supporto della gente che sinceramente comprende i Taake”. Così parlò Mr. Hoest all’indomani dello “scandalo” svastica in quel di Essen sbattendo in faccia a molti la loro ipocrisia e finto perbenismo. Poco più di un quarto d’ora di true norwegian black metal dedicato a quelli che ancora ci credono, nonostante tutto. E chi se ne frega se si tratta di pezzi già editi, il dito medio di Hoest all’interno del digipack è la risposta migliore a tutti gli intellettualoidi perdenti che si nascondono dietro una tastiera ed ai loro patetici pettegolezzi da forum. Il primo pezzo “Voldtekt”, già apparso sul 10” del 2006 “Dra Til Helvete”, è sicuramente il più vicino alle sonorità dell’ultimo “Hordaland Doedskvad”, caratterizzato com’è da un riffing diretto e in your face, in equilibrio tra primi Carpathian Forest e Darkthrone, unito ad un approccio vagamente thrash oriented ed intriso di quella freddezza notturna e lunare ormai divenuta un marchio di fabbrica dei nostri. La successiva “Lamb” è una cover dei Von, pubblicata sul 7” del 2005 “A Norwegian Hail To Von” ed è la tipica song bestiale e devastante, nel classico stile della band statunitense, a ragione annoverata tra le più influenti nel filone black-death, imbastardita da un approccio di stampo norvegese. La conclusiva “Hennes Kalde Skamlepper”, anch’essa già pubblicata, nel 10” del 2005 “Lagnonector”, è una suite di otto minuti di durata ed è forse il brano meglio riuscito di questo lavoro, perfettamente bilanciata tra una parte iniziale furiosa, tagliente e gelida come una tormenta di neve, un intermezzo più riflessivo e melodico ed una parte finale lenta, ma dannatamente angosciante. La produzione è uniforme e, pur essendo abbastanza levigata, risulta graffiante e ruvida al punto giusto senza mai scadere nella mera cacofonia ed ottimo è anche l’artwork, scarno ed essenziale, con il colpo di genio del segnale di divieto di Hoest a sé stesso. Un disco onesto, forse non indispensabile ma comunque utile, vista la non semplice reperibilità dei pezzi che contiene, un sincero omaggio alla vecchia scuola nel segno della continuità di un certo modo di intendere il black metal, che ogni autentico Taake fan non dovrebbe lasciarsi sfuggire. Piss Off & Fuck Off!!