La Dunkelheit Produktionen sembra essersi specializzata in uscite ad altissimo tasso di violenza, come dimostra questo lavoro dei malesi Blasphmachine, ristampa in formato cd, limitata a cento copie, del full length di debutto della band, già pubblicato in cassetta. Rispetto alla versione originaria, questo dischetto ha due canzoni in più: “Leviathan” e la conclusiva cover dei Black Witchery. Come moltissimi altri gruppi provenienti dalla zona del sudest asiatico, anche i Blasphmachine sono votati ad una forma primitiva e brutale di black/death metal, che in questo caso riprende i dettami più classici (Bathory, Hellhammer) e li imbastardisce in un sacrilego calderone di cacofonica blasfemia. In poco più di venti minuti di musica soffocante e claustrofobica i nostri riescono a dare libero sfogo ai loro impulsi più malevoli, grazie ad un riffing pastoso e denso e ad una sezione ritmica indiavolata, che ben si amalgamano con i grugniti bestiali del singer Rimie (anche chitarrista). “Salvation” è un disco monolitico, che va fruito come se si trattasse di un’unica traccia suddivisa in diverse parti, poiché non ci sono sostanziali differenze tra canzone e canzone, se non l’affiorare di qualche spunto più esoterico e canonicamente black nel turbinio della furia iconoclasta e distruttiva di matrice death. Nessuna variazione sul tema ma soltanto (in)sana ferocia old school, questa volta ben concepita e suonata, con l’intento di ferire i padiglioni auricolari dell’ascoltatore. “Intolerance. Blasphemy. Supremacy”.
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