Tumulus Anmatus

0
1232

Qual è stato il percorso che vi ha portati alla realizzazione dei pezzi di “Ave Casus Mundi”? Siete soddisfatti del risultato finale? Che tipo di riscontro avete ottenuto fino adesso?

Ave, il percorso da noi intrapreso tre anni fa non è altro che la risposta ad un bisogno da noi percepito, che ci ha spinto a riunirci intorno a questa musica per liberare emozioni, visioni, e parole.

Posso dire che il risultato finale è più che buono, certo, a posteriori si sarebbe sempre tentati di tornare indietro e cambiare alcune cose. Il riscontro per il momento pare discreto, anche se non ho numeri alla mano per poterlo dire con certezza, e sinceramente parlando non suono per tenere il conto dei Cd venduti.

Avete deciso di non inserire le liriche nel booklet. Di cosa trattano i testi dell’album? Con quale spirito rivolgete il vostro “saluto alla caduta del mondo”?

Le liriche non sono nel booklet perchè quei testi appartengono alla musica che li circonda, non sono frasi da percepire come qualcosa di indipendente dalla musica. Sono la musica. Questo disco è decifrabile come un concept album, con questo intendo dire che tutti i testi hanno attinenza fra di loro. Le tematiche ruotano ad un generale senso di disgusto che si può provare in mille modi, da quello che ti circonda appena esci di casa, al senso di aberrazione che ti invade spesso guardando un tuo simile. Lo spirito del nostro saluto è uno soltanto, ed è il peggiore possibile.

Musicalmente e concettualmente, come abbiamo sottolineato in sede di recensione, é possibile accostare il vostro lavoro a dischi come “Totalitarian War” dei Frangar e “Non Dvcor, Dvco” degli Spite Extreme Wing. Specialmente il cantato mi é sembrato molto simile, come timbrica e impostazione, a quello di Argento. Considerate calzante questo paragone?

Musicalmente è un paragone che può essere calzante volendo. Concettualmente non direi, conosco bene le tematiche trattate da entrambi i gruppi e posso quindi affermare che il messaggio che passa è differente in maniera sostanziale. Per quanto riguarda il cantato posso dirti che è il mio modo di cantare mi viene spontaneo, non è una scelta presa a tavolino per essere più simile ad Argento o a qualsiasi altro cantante si voglia. Non sto negando la somiglianza, che può risultare oggettiva. La cosa che mi fa ridere è sentire gente che “attacca” per questo mio modo di cantare. In fin dei conti, almeno in Italia, di gente che non usa lo scream per cantare black metal ce n’è veramente poca. E la cosa ancora più ridicola è che nessuno ha da dire per tutti i cloni di vari Ghaal, Nattefrost e compagnia bella.

Mi riallaccio alla domanda precedente per chiedere cosa ne pensate di iniziative come la BMIA e simili che cercano, con alterne fortune, di creare un legame tra gruppi italiani a livello di tematiche o stilistico. Più in generale quale é la vostra opinione sulla scena nostrana? Ve ne considerate parte? Ci sono bands che ammirate o rispettate in modo particolare?

I legami tra gruppi sono una questione spinosa. Molte volte è difficile trovarsi in condizione di interagire in maniera proficua con altre persone che suonano, per svariati motivi. Personalmente credo che se a livello ideale e personale ci si trova, collaborare può essere utile per tutti. Per quello che riguarda la scena invece la questione è fondamentalmente questa: tanto fumo e poco arrosto. Anni fa ero infervorato dall’ idea di una scena Italiana, ora più passa il tempo più mi convinco che non succederà mai. Troppi gruppi che parlano, ma non combinano un cazzo, esterofilia galoppante, e si potrebbe continuare sulle abitudini del black-metaller medio italiano. Voglio precisare che non sto dicendo questo per fare la solita lagna da frontman del gruppo che vorrebbe più fans e che da quindi la colpa alla gente. Quello di cui parlo è un dato di fatto oggettivo. È la mentalità che sta alla base di chi “supporta” questa musica che deve cambiare se si vorrà seriamente parlare di scena italiana. Ad ogni modo non sono qui per dar lezioni a nessuno, ma certe lacrime da coccodrillo fanno venire la pelle d’ oca. Fortunatamente di gente devota e con la voglia di fare ce n’è. E tanto basta.

Tra le vostra influenze credo che sia possibile annoverare gruppi come Celtic Frost, Hellhammer e Venom, oltre agli ultimi Darkthrone. Siete d’accordo? Quali sono i vostri ascolti abituali e i vostri numi tutelari?

I gruppi da te citati sono alcuni tra i gruppi che ci hanno introdotto al Black Metal. Per quanto riguarda i numi tutelari posso dire che le spinte maggiori che mi hanno indotto a fare del Black Metal il mio modo di vivere sono arrivati dai seguenti album, ancora attuali a livello di ispirazione e di emozioni: De Mysteriis Dom. Sathanas/Morbid Tales/Panzerfaust/Bathory/The Return…/Blood Fire Death. Per quanto riguarda gli ascolti abituali variano molto; basta soltanto dire che nel corso dell’ intervista il computer mi ha fatto ascoltare in random: Type 0 Negative / Horned Almighty / Ghost / Watain / Pentagram.

Anni fa il black metal era considerato un genere di nicchia, rivolto solo ad una stretta cerchia di persone. Oggi, canali come Myspace, o il più recente Facebook, vengono utilizzati da molti gruppi per avere maggiore visibilità. Insomma, il black metal è ormai davvero alla portata di tutti. Cosa pensi al riguardo? Credi che internet sia uno strumento positivo?

Vero ma relativamente, intendo dire, con l’ avvento di nuovi media è naturale che comunicare diventa velocissimo e si vanno a raggiungere enormi quantitativi di persone. Il punto è questo, per “comunicare” serve un interlocutore, una persona realmente interessata. Dare la propria “amicizia” in facebook o myspace è gratis, per cui è facile ottenerla e far bella mostra di gran numeri di presunti supporters. Credo che la questione non sia cambiata da prima che ci fossero i social networks, o meglio non sostanzialmente. È solo più facile informarsi, scaricare musica e mantenere i contatti. L’ interesse reale della gente per questo genere non si misura con quanti gruppi BM hai in top, o quanti gruppi dici di conoscere. Chi ci crede dura nel tempo. Chi lo fa soltanto per mostrarsi duro e true o per essere figo agli occhi dell’ amichetta di facebook che cerca di scoparsi, o si stanca o l’ amichetta non gliela dà e allora cambia genere. Lo stesso vale per le moltitudini di bands tirate su da un giorno all’altro, con una chitarra e una drum machine, il tempo avrà ragione della maggior parte di loro. Internet è un’ invenzione del mondo moderno, un altro modo per far soldi. È uno strumento positivo per pubblicizzare concerti ed uscite dei dischi. Ma sicuramente un gruppo non raggiungerà mai dei risultati soltanto aprendo una pagina myspace.

Cosa esprimono i Tumulus Anmatus attraverso il black metal? Cosa pensi dei gruppi che utilizzano questo genere per trattare temi come la politica, la religione o la natura? Pensi che il black metal possa farsi portavoce di qualunque ideale/sentimento?

Tumulus Anmatus è l’ espressione di noi stessi, del nostro lato più oscuro, del male primitivo che si avvinghia alle nostre colonne vertebrali. È il bisogno di alzarsi in piedi per essere un fiero avversario di questo mondo. Credo che il Black Metal sia portavoce dell’ essere, di un’idea e di un modo di vivere e rapportarsi con il mondo. Il tutto permeato da un’ atmosfera malsana. Per fare una citazione: “Le vie del Male sono infinite”.

Cosa puoi dirmi a proposito della line-up? So che avete “perso” di recente un membro della band, avete già trovato qualcuno che lo sostituisca?

Il nostro vecchio batterista ha lasciato la band per problemi personali. È stato sostituito da Thorns (Frostmoon Eclipse, Kult, Glorior Belli, Deathrow, etc.) in qualità di session, almeno per il momento. Per il futuro si vedrà.

Le vostre performance live sono sempre potenti e coinvolgenti grazie anche alla carica dei pezzi di “Ave Casus Mundi”, particolarmente adatti ad essere suonati dal vivo. Qual è il rapporto che avete con il palco?

La dimensione live è molto importante per noi. Ci permette di manifestare fisicamente la nostra musica. E credo contribuisca in maniera esaustiva a mostrare quello che è Tumulus Anmatus.

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Avete in cantiere pezzi nuovi?

Al momento stiamo componendo due nuovi brani che verranno pubblicati nel prossimo anno su uno split a quattro band con Inverno, Deathrow e Strix. Cercheremo di suonare ancora dal vivo, e inizieremo quanto prima a lavorare al successore di Ave Casus Mundi.

Lascio a te terminare questa intervista come meglio credi…

Ringrazio per l’ intervista e per il supporto.
AVE CASUS MUNDI