Buon demo d’esordio per questo quartetto nostrano proveniente da Pescara, che, nonostante la giovane età, può già vantare una discreta esperienza in sede live. I nostri propongono un satanic black metal di chiara matrice old school, ispirato soprattutto ai primi Gorgoroth, ma non scevro da influenze provenienti in egual misura dalla scena transalpina (Temple Of Baal e Nehemah su tutti) e dalla scuola finlandese (Behexen, Horna), specie nelle parti in cui è la melodia a prendere il sopravvento. Non manca neppure, a mio avviso, qualche vaga reminescenza proveniente dalla recente scena “religious” e da bands quali Ofermod e Ondskapt. I pezzi sono molto veloci e diretti, ma la band dimostra di essere a proprio agio anche quando stacca il piede dall’acceleratore per dar vita a mid tempos colmi di inquietudine morbosa e blasfema, come in “Pontifex 666”. Il brano migliore del lotto resta però l’opener “Sanctity In Darkness”, sorretta da un riffing ispirato e da un buon lavoro di batteria. La produzione è grezza, come da copione, dato che i brani sono stati registrati in presa diretta, a parte voce e assoli di chitarra. Interessante il concept, di ispirazione crowleyana, basato sulla ricerca del significato del “diavolo” attraverso varie epoche. Un debutto convincente, pur se non esente da qualche pecca pressoché inevitabile agli inizi, che mostra un gruppo consapevole dei propri mezzi ed in grado di elaborare i vari spunti creativi provenienti dai maestri del genere in maniera soddisfacente, anche se forse non ancora completamente personale. Possiamo accontentarci, in attesa del full length di prossima pubblicazione “Jubilate Diabolo”. Una ultima nota per la cover che ritrae “La Peste” di Arnold Bocklin, autore della celeberrima “Isola Dei Morti”.
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