Filii Eliae: un nome nuovo nel panorama estremo italiano; band in realtà formata da musicisti esperti e sulla scena da molti anni. Il gruppo ha da poco esordito sulla lunga distanza con l’album “Qui Nobis Maledictum Velit”, pubblicato sotto l’egida della Lux Perpetua Records, concentrato di black/doom/heavy metal che farà la gioia degli ascoltatori più legati alle sonorità old school. Andiamo quindi a scoprire quest’ennesima interessante realtà del sottobosco underground nostrano attraverso le parole del batterista Ossibus Ignotis.
I Filii Eliae sembrano avere una storia piuttosto curiosa. Volete raccontarcela? In particolare mi incuriosiscono le vicende legate ai progetti Mayhem ed Enslaved (nomi davvero impegnativi!), pionieristiche bands del panorama speed/thrash nostrano…
Abbiamo formato i MAYHEM nel 1985 ma suonavamo già da molto prima, il problema era un bassista e visto il genere musicale proposto non fu cosa facile trovarlo. Registrammo il primo demo e con nostra sorpresa cominciarono a giungere molte richieste di esibizioni live nonché del demo stesso. Cambiammo il nome in ENSLAVED registrando l’omonimo demo stavolta in uno studio professionale a Firenze e anche questa volte i riscontri ricevuti furono più che soddisfacenti. Intanto per la seconda volta un’altra band ben più conosciuta entra in campo con lo stesso nome. Durante questo lungo periodo abbiamo cessato le attività live e studio per vicissitudini personali ma anche per un certo sconforto derivante da una pietosa scena nazionale. Abbiamo comunque sempre continuato a suonare e tenere d’occhio la situazione.
Passando al presente ed al full length di debutto “Qui Nobis Maledictum Velit”: qual è stato il processo compositivo di questo disco? Siete soddisfatti del risultato finale e delle reazioni suscitate tra gli addetti ai lavori?
Anche se con i precedenti progetti suonavamo musica più immediata e veloce, oggi ci muoviamo in una direzione più dark e heavy e che comunque è da sempre il nostro chiodo fisso. Siamo abbastanza soddisfatti di questo primo lavoro, ma avremmo potuto fare molto meglio se avessimo avuto più tempo a disposizione per le registrazioni e soprattutto per l’editing finale. Cercheremo di migliorare con il prossimo. Intanto i primi feedback sono stati ottimi e non solo in Italia.
Com’è nata la collaborazione con la Lux Perpetua Records?
Il discorso è molto semplice: ci sono una miriade di pseudo etichette discografiche che non fanno altro che chiedere soldi per un cd e un po’ di pubblicità. Allora abbiamo fatto tutto per conto nostro anche per non fermarci solo al progetto Filii Eliae.
È corretto accostare i Filii Eliae all’universo dell’occult metal italiano ed alla tradizione che fa capo a gruppi storici come Death SS e Mortuary Drape?
Non lo so e poco ci importa, certamente non siamo una band happy metal.
Un’altra importante influenza a livello musicale è il doom metal classico, quello di St.Vitus, Pentagram e, perché no, primi Black Sabbath… Come avete amalgamato queste diverse suggestioni nel vostro sound, che ha sicuramente un occhio di riguardo verso tutto il metal estremo di scuola ottantiana?
Può sembrare strano ma non abbiamo ascoltato mai niente di questi gruppi a parte qualcosa dei Black Sabbath. Siamo certamente legati più ai classici anche perché di nuove proposte c’è veramente poco. Seguiamo un po’ di tutto ma quando ci mettiamo agli strumenti entriamo naturalmente in un oscuro universo.
I testi dell’album – completamente in latino – sembrano affrontare tematiche legate al trapasso dalla vita alla morte e a quello che ci potrebbe aspettare una volta superata questa soglia fatale. Vorresti approfondire i temi trattati nelle liriche e spiegare il motivo dell’uso della lingua latina?
Come hai detto i nostri testi affrontano tematiche riguardanti la morte e il mondo dell’aldilà traendo ispirazione dalla Bibbia e dai salmi, d’altronde ascoltando la nostra musica si comprende bene come non si possa parlare d’altro. Il latino serve a completare l’oscura atmosfera dei brani, l’uso dell’inglese sarebbe stato fuori luogo.
Poiché siete sulla scena come musicisti da molti anni, vi posso tranquillamente definire dei veterani. Come sono cambiate le cose dai vostri esordi ai giorni nostri? (a livello di rapporti tra le bands, di diffusione della propria musica, di disponibilità e spazi dove poter suonare, etc…)
Certo che le cose sono cambiate. Con l’ avvento del web è molto più semplice e veloce divulgare la propria musica ed è anche per questo che la competizione si è fatta più agguerrita, ma dall’altro lato è altrettanto facile essere subito stroncati. Quindi bisogna fare molta attenzione prima di pubblicare qualcosa.
I Filii Eliae si sono mai esibiti dal vivo? Se no, avete mai pensato di farlo?
Lo scorso inverno abbiamo suonato nella nostra città tanto per rompere il ghiaccio. In futuro sono in programma eventi live ma non a breve.
Cosa ci riserveranno in futuro i Filii Eliae?
Per l’ inizio del nuovo anno inizieremo le registrazioni del nuovo cd visto che il materiale è già quasi tutto pronto. Saranno inclusi alcuni vecchi pezzi che ci teniamo ad includere nel disco.
L’intervista termina qui. Ti ringrazio per la disponibilità e ti lascio concludere come preferisci…
Ringrazio e saluto BMIK anche a nome degli altri per lo spazio e l’attenzione concessaci.