Inquietanti cantastorie dei nostri incubi peggiori. Senza dubbio è questo il miglior modo per descrivere i britannici The Axis Of Perdition, che con questo “Deleted scenes from the transitional hospital” giungono ormai alla terza fatica, continuando quanto già iniziato nel 2003 con “The Ichneumon Method”, amplificando fino all’esasperazione la pesantezza sonora nonché le soluzioni più spiazzanti, attraverso l’uso massiccio di trame strumentali dissonanti insieme a parti elettroniche da brivido. Infatti, pur rimanendo fedeli alle loro sonorità noise/black metal, i nostri in questo terzo capitolo della loro saga sembrano aver preferito tralasciare in maniera quasi totale le velocissime ritmiche presenti in quantità rilevanti nell’album d’esordio, accostandosi ad un sound ancor più malefico e oppressivo di chiara scuola funeral doom, ricordando alcune suggestioni tipiche dei Woods Of Belial. Eppure il sound dei nostri gode di spunti molto personali ed interessanti, impreziosito in buona parte anche dalle sonorità meccaniche ed ultra triggerate della batteria che conferiscono al mood in questione un alone ancor più alienante e artificiale. I frangenti più tipicamente atmosferici invece sono riconducibili a un dark ambient freddo e minimale, ai limiti del noise più cupo, accostabile in parte a quanto scritto in passato dagli svedesi Abruptum. E’ doveroso citare che in questo album, a partire dall’artwork, fino a giungere alle tematiche delle liriche, il combo inglese ruota costantemente il proprio asse concettuale sulla serie di culto “Silent Hill” (così come avveniva, anche se in dosi minori, sia nel già citato debutto, che nel precendente EP “Physical Illucinations”), utilizzando tra l’altro molteplici interferenze proprio tratte dalla “colonna sonora” del videogame in questione. E senza ombra di dubbio l’ascolto sembrerà più fluido ed emozionante proprio se si è a conoscenza delle lugubri e malsane visioni di questo mondo virtuale. Come detto in precedenza, i tempi sono per lo più rallentati, ossessivi e volti a creare una crescente e inesorabile sensazione di inquietudine, e si ha come l’impressione che durante l’ascolto una fitta nebbia avvolga la nostra realtà, riducendola fino all’indistinguibile, finendo immancabilmente per farci precipitare in un mondo parallelo, dove il concreto e l’astratto si sovrappongono, fino a fondersi in un unico concetto di depravata alienazione, generando nell’animo il più totale senso di confusione e sconforto. In definitiva parlare di “musica” come questa non è mai cosa facile, dato che ci si trova al cospetto di un’ opera molto complessa, che mira soprattutto a disturbare piuttosto che stupire positivamente l’ascoltatore, e il s.v espresso è frutto della mia incapacità nel giudicare numericamente questo “Deleted scenes from the transitional hospital”. Posso solo aggiungere che se l’idea di ritrovarvi soli e persi negli antri più sinistri della follia umana non vi spaventa a tal punto da indurvi a rinunciare, i The Axis Of Perdition con questo album vi offrono la chiave, ma tutti gli altri stiano pure alla larga da questo “ospedale transitorio”, poiché potrebbero non essere pronti ad affrontare l’essenza celata nei meandri di questi corridoi, intrisi di oscurità e perversione. E un giorno capirete il perché…
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