Panzerfaust Division Blackthrone…!!!??? si esatto, avete proprio letto bene! Già dopo questo titolo così esplicito, che racchiude in sé tutti i cliché tipici del black metal, la mia recensione potrebbe tranquillamente terminare… Eppure ho deciso che vi parlerò ancora un po’ di questo curioso e simpatico dischetto. Il problema è: da dove cominciare?? Beh, superato il panico iniziale alla vista del titolo, forse è il caso di dare un’occhiata alle canzoni contenute, voi che dite? Ma anche in questo caso l’idea che questi ragazzacci ci stiano solo prendendo per i fondelli prende sempre più forma e sostanza, dato che ci deliziano con perle del calibro di “Official Black Metal” (forse un giorno nascerà anche una squadra di calcio con questo nome…) o ancora niente meno che “Sky is black (and Satan)”, dove, appunto, la parola “Satan”, in meno di 3 minuti, viene pronunciata più volte che in tutti gli album dei Dark Funeral messi insieme, il che rappresenta un record decisamente invidiabile, quasi da guinness dei primati. Per non parlare poi della funambolica “Black Funeral Holocaust” così delirante e ridicola (o elitaria???!!) da risultare a noi, poveri inetti, totalmente incomprensibile. A questo punto un altro quesito di carattere puramente esistenziale emerge dall’intricata foresta della mia mente… “ma i testi, quali profonde tematiche tratteranno mai??”. Ebbene, dopo notti insonni di attente letture e impegnative traduzioni la mia opinione ricade su un concetto di Satanismo talmente “ricercato e complesso” da riuscire a superare di netto addirittura la follia adolescenziale di Mr. Glen Benton, passando da un criptico “Jesus is Satan”, ad una sorta di vampirismo letterario (“My horse is a vampire, and so I am”), fino a sfociare in vere e proprie dichiarazioni di guerra come “We bury the homosexual gaypriests in shit of Satan!!”, o meglio ancora “Bomb Sweden, because they’re gay!”. Ma dopo questa dilungata premessa, vengo a parlare di quello che più rende i finlandesi Blackthrone una band completamente differente da qualunque altra, ovvero l’indescrivibile voce del suo singer, tale Butcher. Senza nessun effetto, nuda e cruda, nonché registrata in presa diretta, totalmente priva di orpelli, malata e vomitata nei nostri padiglioni auricolari senza il minimo senso di grazia e rispetto. Tornando “seri” sicuramente questo demo (non l’unico nella carriera della band, tra l’altro autrice nel 2005 del primo full-lenght “Black Metal Juggernaut”) è un esplicito schiaffo alle regole più intransigenti del black metal, da sempre visto come un genere che non ammette nulla di divertente, ma che, a patto non vi classifichiate come i soliti tipi grim, frostbitten anti-life etc…, consiglio vivamente di provare, se non altro per concedervi una scorpacciata di sani e salutari risate, che, diciamoci la verità, non fanno mai male! Insomma, da ascoltare almeno una volta nella vita… e poi tenete presente che alla batteria c’è un certo signor Fenrizio… e con questo chiudo! Heil Goatcore Front Oulu!
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