La francese Les Acteurs De L’Ombre Productions si sta dimostrando decisamente attiva nello scovare realtà interessanti nel panorama underground transalpino: è il caso dei Regarde Les Hommes Tomber, band che prende il nome da un omonimo film drammatico del 1993 diretto da Jacques Audiard e che si inserisce nel filone del black metal di ultima generazione, quello che mescola con risultati alterni – a volte esaltanti ed altre volte deprimenti – lo stile più tradizionale con tentazioni post-qualcosa. “Exile” è la loro seconda fatica sulla lunga distanza, dopo il debutto omonimo del 2013 ed uno split in compagnia di The Great Old Ones, Paramnesia e Deuil dell’anno successivo: è un album compatto e monolitico che si concentra nel mettere in musica emozioni tragiche e cupamente epiche, plasticamente raffigurate nella potente e dantesca immagine di copertina, che rappresenta una sorta di cacciata dal paradiso terrestre, con tanto di fulmini e fiamme. Il quintetto originario di Nantes gioca con gli stilemi più noti, retaggio dei Mayhem del mai troppo osannato “De Mysteriis Dom Sathanas”, e li unisce a divagazioni melodiche sempre in bilico tra pastose derive sludge e più o meno ampie parentesi lisergiche: il risultato finale è un pachiderma che si muove incerto tra oscure paludi, a volte claudicante ed a tratti senza colpire nel segno. Paradossalmente gli episodi più riusciti sono quelli nei quali lo spirito più ortodosso della musica dei nostri prende il sopravvento e l’aggressività viene liberata con maggiore energia, senza impantanarsi nel fango di forzati modernismi: come avviene nella conclusiva “The Incandescent March”, lunga suite sulla quale il vento della vecchia scuola sembra spirare con più intensità. Tra passaggi più inquietanti e momenti di accesa visionarietà il disco tradisce le proprie intenzioni ma non coinvolge come dovrebbe, sfiorando soltanto l’ascoltatore laddove avrebbe dovuto trafiggerlo con uno stiletto acuminato: questo, a parer mio, perché la band non sembra ancora aver raggiunto la coerenza stilistica indispensabile per dare forma concreta alle proprie idee. Tuttavia gli spunti di interesse non mancano e, se amate l’alternanza tra esplosioni di rabbia ed atmosfere più introspettive e soprattutto se seguite gli sviluppi della scena black contemporanea nelle sue varie ramificazioni e contaminazioni, un ascolto è senz’altro consigliato.
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