Particolare realtà proveniente dal Belgio, gli Aryan Kampf 88, come si può intuire, sono la più classica delle band NSBM, portandosi dietro tutti i pregi e i difetti del caso. Una produzione decisamente scadente ed artigianale, canzoni brevi, violente e prive di qualsiasi orpello, mentre le liriche trattano tematiche “politicamente scorrette”, con tonalità vocali che si avvicinano più ai conati di vomito di un alcolizzato piuttosto che ai classici standard del black metal. La band vede tra le proprie fila K14 Panzer e Infernus alle chitarre, Pagan al basso, Lionel alla batteria e, solo in questo lavoro Herr Rasse (R.I.P.) nelle vesti di autore dei numerosi intermezzi e WaffenSSturm (attualmente in prigione) alla voce. Insomma ci troviamo di fronte una band che ha tutte le carte in regola per risultare una sorta di culto, ma che musicalmente non ha molto da dire. Non c’è un episodio che tende a brillare, non ci sono momenti in cui i nostri pongono in primo piano l’aspetto musicale, preoccupandosi solamente dei esaltare gli ideali politici, portandoli fino all’esasperazione. Ne fanno prova gli intermezzi “strumentali” che riprendono i rumori dei campi di concentramento, giuramenti delle SS, e discorsi del Führer , ricordando, se vogliamo, anche un po’ alcune soluzioni degli MZ 412, fatti comunque i dovuti paragoni. Inutile e pressoché impossibile dunque giudicare numericamente questo “Sieg Heil!” vista la particolarità della proposta che non permette di fissare alcun punto di riferimento per azzardare un giudizio. Quello che posso dire è che gli Aryan Kampf 88 sono senza dubbio una realtà onesta, fermamente convinta delle proprie idee e non curante del fatto che questo loro atteggiamento così intollerante possa in qualche modo penalizzarli in una eventuale scalata nel mercato discografico, e ai giorni nostri questo non è certo un particolare irrilevante. O con loro o contro di loro insomma…
